foto da Quotidiani locali
Il progetto “Multitasking”, presentato dalla Prefettura di Mantova in qualità di capofila e dalla Prefettura di Cremona, servirà a contrastare episodi di grave sfruttamento lavorativo e lavoro irregolare che coinvolgono cittadini stranieri nei settori agroalimentare e tessile. Un percorso che ha visto la partecipazione di diverse realtà tra le quali l’associazione Lule Onlus, la Fondazione Somaschi, Capa, Cimi Mantova e Koala Onlus, impegnate in indagini per individuare le situazioni a rischio, raccolta di testimonianze, studio di numeri e dati.
Un lavoro svolto in sinergia tra i diversi partner che ha portato anche alla stesura di un protocollo operativo contro il caporalato oltre all’apertura di punti di ascolto fissi e itineranti per poter raggiungere le potenziali vittime di sfruttamento. Organizzati anche percorsi di formazione sul territorio coinvolgendo, nell’arco di un anno, 121 operatori, 118 datori di lavoro e 205 cittadini vittime o potenziali di sfruttamento. Oltre agli incontri di formazione è stato avviato un percorso sperimentale di accompagnamento verso l’autonomia dei lavoratori fornendo loro strumenti pratici per comprendere al meglio i propri diritti dal punto di vista giuridico e sindacale, coinvolgendo circa 130 cittadini stranieri.
Un percorso che non si fermerà con la formale scadenza di questo progetto denominato “Multitasking - Multiagenzia e Task force contro le ingiustizie dello sfruttamento lavorativo” - finanziato dal Fondo Europeo Asilo Migrazione e Integrazione - ma che proseguirà anche nel 2023 con la prefettura di Mantova per favorire l’incontro tra domanda e richieste di cittadini stranieri nei centri Cas in cerca di lavoro. Un fenomeno, quello dello sfruttamento lavorativo e del caporalato nei settori agro-alimentare e tessile, presente anche nel mantovano, come appreso dal rapporto stilato dalla Cooperativa Codici Ricerca e intervento.
Il fenomeno coinvolge non solo lavoratori senza permesso di soggiorno, ma anche cittadini regolari e titolari di un contratto lavorativo spesso reclutati dai caporali organizzati in cooperative. Nel settore agricolo, nel quale secondo i dati Inps il 55% dei lavoratori è di origine straniera, sono emerse situazioni di sfruttamento identificate in una cospicua differenza tra salario formale e reale, il pagamento dei contributi solo parziale, nonché un monte ore di lavoro superiore rispetto a quanto previsto dai contratti. Inoltre è emersa la presenza di alloggi insalubri destinati ai lavoratori, i quali spesso non hanno la possibilità di sottoscrivere un contratto di affitto per mancanza di documenti. Simile la situazione nel settore tessile in cui la mancata retribuzione delle lavoratrici costituisce uno dei principali allarmi legati allo sfruttamento lavorativo. Rilevate anche violazioni della normativa sul monte ore di lavoro e sul mancato rispetto delle norme di sicurezza. Per contrastare il fenomeno la proposta ricade sulla promozione di incontri informativi, sul rafforzamento dei controlli da parte degli ispettori del lavoro e sulla collaborazione con l’associazionismo straniero per instaurare un rapporto di fiducia e segnalare situazioni di sfruttamento lavorativo.