Papà e mamma: «La piccola è ancora scioccata, vogliamo giustizia»
AGLIE’
È passato poco più di un anno dai fatti, ma i genitori della piccola di sei anni abbandonata sullo scuolabus ad Agliè non si danno pace e vogliono giustizia. E si oppongono al provvedimento di archiviazione nei confronti dell’autista del pulmino. Era il 20 di settembre dello scorso anno quando una bambina di sei anni frequentante la prima classe delle elementari di Loranzè è diventata protagonista suo malgrado della vicenda. La piccola era salita in un paese vicino prendendo lo scuolabus. Durante il tragitto si era addormentata. I suoi compagni erano tutti scesi e nessuno si era accorto di lei, adagiata sul sedile. L’autista neppure. Tanto che aveva ripreso la corsa per recarsi in deposito. Giunto ad Agliè aveva parcheggiato il mezzo, fortunatamente con le porte aperte, e poi se ne era andato avendo finito il lavoro. La piccola si era quindi svegliata, smarrita e spaventata, nel deposito dei bus. Era scesa dal mezzo e si era incamminata per strada senza avere la minima idea di dove si trovasse. Mentre vagava per le vie di Agliè una donna l’ha vista, fermata e interrogata. Poi l’ha tranquillizzata ed ha chiamato i genitori dando un lieto fine alla disavventura. I genitori si erano infuriati. Possibile che nessuno si era accorto della loro bimba sull’autobus e dell’assenza a scuola? Ne era scaturita una denuncia per abbandono di minore nei confronti del conducente del bus. Le indagini si sono concluse il dicembre scorso con la richiesta da parte del pm Daniele Iavarone di archiviazione. Richiesta accolta dai giudici. Quando i genitori lo hanno scoperto hanno deciso di opporsi. «Ho avuto incarico dai genitori della bambina solo a luglio di quest’anno – spiega il legale della famiglia, l’avvocato Gabriele Assenzi – sono tre mesi che chiediamo di visionare il fascicolo in tribunale ma non ci è ancora stato consegnato con diverse motivazioni. Abbiamo avuto la risposta sul motivo dell’archiviazione ma l’abbandono di minore non può essere «irrilevante sotto l’aspetto penale» come mi ha risposto la Procura. Non è certo reato che si può ridurre al semplice aspetto civilistico. Appena avremo la documentazione ci opporremo all’archiviazione. Abbiamo validi elementi come ad esempio il fatto che non è stato permesso ai miei assistiti di intervenire adeguatamente nel corso dell’indagine e, inoltre, ci sono nuovi argomenti che giustificano una ripresa del caso». I genitori non si danno pace soprattutto perché la figlia ha subito un trauma. «Ancora oggi non dorme bene – spiega la mamma – la porto da uno psicologo e il medico legale ha rilevato un lieve ritardo in mia figlia e temo che derivi proprio da quella brutta esperienza. Non può essere stato irrilevante se ancora oggi il servizio di scuolabus nei nostri paesi è sospeso da allora. Voglio che chi ha sbagliato risponda per le sue responsabilità». —
