foto da Quotidiani locali
Dopo quanto avvenuto mercoledì sera a Fiera, non c’è alcuna intenzione di lasciare spazio a intemperanze di sorta, tantomeno quelle dei ragazzini che già nei giorni scorsi alle Fiere avevano scatenato una delle tante risse che si registrano in città.
Di qui la stretta già attuata lo scorso fine settimana in città con le pattuglie miste di polizia locale, questura, carabinieri e Finanza, ma anche la stretta alle fiere di San Luca. I carabinieri hanno deciso infatti di rafforzare i servizi di prevenzione e controllo. Sarà impiegata una stazione mobile con tre militari «per fungere da punto di contatto per segnalazioni e informazioni per i numerosi frequentatori della manifestazione» specificano dall’Arma.
C’è bisogno di tranquillizzare i tanti trevigiani choccati dopo quanto accaduto in viale IV Novembre, un evento drammatico, di violenza inaudita e obiettivamente mai visto in città.
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Anche per questo, e a seguito del pressing del sindaco Conte, la prefettura ha convocato per giovedì prossimo una riunione specifica del comitato ordine e sicurezza in cui verrà fatto «un esame della situazione relativa alla sicurezza in città» hanno annunciato ieri dalla Prefettura, «ma anche delle misure di prevenzione della criminalità in atto, alla luce dei recenti fatti». Il sindaco intanto sta pianificando un incontro con il console kosovaro: «Deve intervenire per dare una raddrizzata alla sua comunità».
All’indomani del dramma di Fiera, e della decisione del questore di chiudere per una settimana il bar “Musa” davanti al quale sono avvenuti i fatti, i titolari del locale si sono rivolti ai legali per chiedere l’immediata revoca del provvedimento. «Non c’entriamo nulla» avevano detto fin dall’inizio. Ora lo replica con durezza il loro avvocato, Fabio Crea. «Troviamo ingiusta e poco ragionevole la chiusura visto che il locale non è stato teatro dei fatti e che i proprietari hanno sempre allontanato tutti quelli che potevano arrecare fastidio» incalza Crea, «l’unica colpa del bar è stata quella di trovarsi a venti metri dal fatto. Una situazione fortuita e contingente». La questura giustifica il provvedimento anche sottolineando come il locale fosse «luogo di incontro» di pregiudicati. A riprova un controllo fatto il 10 ottobre, due giorni prima della mattanza in cui gli agenti avrebbero riscontrato la presenza di pregiudicati.
«Non è vero il fatto che lì fossero stati trovati personaggi poco puliti» replica Crea, «il 10 ottobre c’erano all’interno del bar due ubriachi che molestavano altri avventori e furono i proprietari a chiamare la polizia per allontanarli. Trattandosi di un bar» segue l’avvocato, «mi pare una eventualità plausibile e comunque i due gruppi non si sono dati appuntamento al bar, mercoledì, come erroneamente riportato nel provvedimento». In caso di mancato accoglimento della richiesta di revoca immediata delle chiusura, Crea già annuncia immediato ricorso al Tar.