«Diamo sicurezza ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Facciamolo per dare dignità alla morte di Lorenzo».
Questo l’appello lanciato, domenica 9 ottobre, a Fiume Veneto, nel corso della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro promossa dall’associazione mutilati e invalidi del lavoro (Anmil), da Maria Elena Dentesano e Dino Parelli (il padre era presente alla stessa cerimonia a Udine), i genitori di Lorenzo Parelli, il diciottenne di Morsano di Strada, frazione di Castions, studente dell’istituto Bearzi di Udine, morto lo scorso 21 gennaio alla Burimec di Pavia di Udine, l’azienda dove stava completando il percorso di formazione duale.
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Da quel giorno il dolore per la perdita di Lorenzo è sempre lo stesso. I Parelli vorrebbero che non accadesse più ma, meno di un mese fa, a Ceggia, in Veneto, è deceduto un altro studente in fabbrica impegnato in un percorso di alternanza scuola lavoro.
Questo fatto li ha fatti ripiombare nel dolore atroce dei primissimi giorni: «Se è successo ancora non ci siamo», hanno ripetuto anche domenica i genitori di Lorenzo ai rappresentanti di enti, istituzioni e dell’Anmil, con i quali si sono confrontati e dai quali qualche rassicurazione l’hanno ricevuta.
PER APPROFONDIRE:
«Più persone, compresi i relatori, hanno ricordato la morte di Lorenzo anche se esula da un discorso prettamente di lavoro – spiegano Maria Elena e Dino Parelli –: Lorenzo era uno studente, ma è morto in fabbrica».
Su questi temi «abbiamo riflettuto e ci pare che non manchi la volontà e l’intenzione di azzerare le morti sul lavoro». I genitori di Lorenzo ritengono «opportuna e concreta» anche la volontà espressa dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, di affrontare il tema in «Conferenza delle Regioni per declinarlo poi ai tavoli e ai confronti territoriali di ogni singola regione».
Maria Elena e Dino Parelli non si stancheranno mai di promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro, lo faranno anche se si sono già chiesti «come sia possibile che debbano essere i genitori a sostenere questi temi?».
Domenica qualche spiraglio si è aperto, a iniziare dalle rassicurazioni ricevute sulla restrizione delle maglie, in termini di sicurezza, nei percorsi formativi riservati agli studenti.
«Attraverso l’impegno di tutti vogliamo dare dignità alla morte di Lorenzo» insistono Maria Elena Dentesano e Dino Parelli nell’apprezzare «i tanti messaggi che continuiamo a ricevere da tutta Italia, questo significa – aggiungono – che Lorenzo non è stato e non verrà dimenticato».
Anche nei momenti più atroci, i genitori e la sorella di Lorenzo hanno sempre pensato al futuro dei giovani, trasformando il loro dolore in un monito per tutti coloro che devono vigilare sulla sicurezza nei percorsi formati garantiti dagli istituti scolastici nelle fabbriche e in tutti i luoghi in cui gli studenti perfezionano il saper fare.
«Lavoriamo – ripetono Maria Elena Dentesano e Dino Parelli – per dare dignità a Lorenzo e ai ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro». La morte di Lorenzo è diventato un caso nazionale, garanzie sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono state garantite, a Udine, anche dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, giunto in visita all’istituto Bearzi. —
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