TRIESTE Stava partecipando a una videoconferenza con i colleghi quando è stato colto da un malore che gli è stato fatale. Matteo Piuzzi, ingegnere gestionale, 32 anni, si trovava nel suo appartamento in via Pietro Micca a Feletto Umberto quando, verso le 13, si è sentito male durante l’incontro a cui erano collegate persone residenti in varie zone d’Italia. Sono state loro, due in particolare, dalla Campania e dal Veneto, a telefonare chiedendo aiuto segnalando al personale della Centrale Sores di Palmanova quello che era accaduto. Agli operatori hanno riferito l’identità della persona ma nessuno di loro era in grado di dare indicazioni rispetto a dove si trovasse con esattezza.
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Con una veloce ricerca in anagrafica, è stata individuata l’ultima residenza ufficiale dell’ingegnere, a Bottenicco di Moimacco: in realtà quella era l’abitazione dei genitori che hanno fornito l’indirizzo in cui risiedeva il figlio. A quel punto è stata inviata immediatamente una ambulanza da Udine a Feletto Umberto. All’arrivo, col supporto anche dei vigili del fuoco, gli operatori sanitari hanno trovato il 32enne privo di sensi: hanno avviato le manovre di rianimazione ma per Piuzzi non c’è stato nulla da fare.
Ingegnere gestionale, titolo conseguito all’Università di Udine, era ormai pienamente avviato verso una carriera d’eccellenza, a dispetto della giovane età: per un anno aveva lavorato alla Fincantieri, a Trieste, ma le sue capacità gli avevano poi spalancato le porte della multinazionale francese Capgemini, per la quale operava ormai da tempo nella sede di Marcon, nei pressi di Venezia.
Entusiasta del suo impiego, che lo portava a viaggiare anche per conferenze e convegni – mercoledì era a Bologna –, il 32enne si era del resto sempre distinto, fin dai tempi della scuola: arrivato a Cividale nell’anno della quarta elementare – i genitori sono originari di Cave del Predil –, aveva concluso il percorso formativo al liceo scientifico tecnologico del Malignani, a Udine, diplomandosi con il massimo dei voti.
La propensione per lo studio, del resto, non gli ha mai impedito di dedicarsi a vari passatempi, a cominciare dallo sport: già atleta dell’Azzurra Calcio di Premariacco, amava molto pure la bicicletta e la montagna, ambiente cui era profondamente legato.
«Sabato avrebbe dovuto uscire per un’escursione, aveva in programma una via ferrata», racconta fra le lacrime, straziata, mamma Patrizia – figura nota e stimata, nella città ducale, anche per il suo ruolo di catechista –, stretta al marito Mario e al fratello maggiore di Matteo, Giulio, nella casa in cui il suo secondogenito se ne è andato.
«Siamo devastati. Perdiamo un figlio meraviglioso, pieno di qualità – sussurra – mai una parolaccia, aveva una eleganza nell’aspetto e nei modi, gentilezza e garbo. Anche per questo Matteo era così benvoluto e apprezzato da tutti».
Dopo aver vissuto a lungo a Cividale, anni fa i Piuzzi si erano trasferiti a Bottenicco di Moimacco, in via del Gelso, dove la notizia della tragedia si è diffusa nel tardo pomeriggio di ieri, lasciando tutti sotto choc. «Una famiglia splendida, unita da sani principi», si sente di dire qualcuno, in preda alla commozione per questo strappo brutale.
Cordoglio per la morte dell’ingegnere viene espresso dal sindaco di Moimacco, Enrico Basaldella, che a nome di tutta l’amministrazione e facendosi portavoce del sentimento dell’intera comunità «manifesta sentita vicinanza ai congiunti in questo momento terribile».