/ PAVIA
La chat era stata «lasciata aperta su un pc sicuramente destinato ad uso scolastico». Quindi, scrivono i pm, nessuna «corrispondenza chiusa» violata e nessun accesso abusivo al sistema informatico. Con queste motivazioni la procura di Milano, che aveva aperto un fascicolo di indagine dopo la denuncia di due maestre, ha chiesto l’archiviazione per la mamma del bambino della Carducci deriso in una chat tra maestre.
La mamma dello studente, insegnante nella stessa scuola, aveva scoperto la chat con gli insulti («bambino di m...», «pirla») per caso, accedendo a un computer che si trovava in un’aula utilizzata in maniera condivisa, da diverse insegnanti.
Sul computer aveva trovato aperta la chat su whatsapp web, un’applicazione che consente «l’uso di whatsapp anche in assenza del telefono su cui è installato», scrivono i pm, e che «era stata lasciata aperta su un pc che sicuramente era destinato ad uso scolastico». A questo punto la parola passa al giudice.
le maestre si oppongono
«Non abbiamo ancora ricevuto nulla ma faremo di sicuro opposizione alla richiesta della procura – dichiara l’avvocato Bernardo Marino, che rappresenta una delle maestre che avevano fatto denuncia –. C’è stata una ricerca specifica nella cronologia della chat e inoltre contestiamo anche la diffusione delle conversazioni». Un’altra denuncia nei confronti della madre dell’alunno, da parte della terza insegnante, era arrivata in un secondo momento in procura a Milano (competente per i reati informatici del distretto), sembra essere anche questa destinata a una istanza di archiviazione.
la voce della mamma
La mamma dello studente ha accolto la notizia con soddisfazione. «Sono contenta, perché non avevo violato alcuna privacy leggendo quella chat – dice la madre dello studente –. Le conversazioni erano accessibili a chiunque, anche eventualmente a un alunno. A questo punto se le chat non hanno provenienza illecita spero che qualcuno le ritenga utili come prove nell’inchiesta penale ancora aperta». Sulla vicenda, infatti, resta ancora sospesa la posizione delle maestre: la pm Giuliana Rizza aveva chiesto l’archiviazione ma la mamma ha presentato opposizione. Il giudice Pasquale Villani deve fissare l’udienza per prendere una decisione: archiviare le ipotesi di reato di maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione, come chiede la procura, o andare avanti con le indagini, come chiedono i genitori del bambino.
il procedimento disciplinare
Oltre al profilo penale, sul caso era stato aperto anche un procedimento disciplinare a carico delle tre maestre, che si è chiuso con “l’assoluzione” di una maestra e pochi giorni di sospensione per le altre due. La dirigente scolastica della Carducci, Livianna Speciale, ha deciso di trasferire in altre scuole tutte le maestre, compresa la mamma del bambino. «Ritengo di avere subito un’ingiustizia», dice la donna. Il suo avvocato, Luca Angeleri, dichiara: «Stiamo valutando altre azioni legali, anche per gli sviluppi successivi al procedimento disciplinare». —