LINAROLO
Un esposto in Procura e un flash mob: il comitato Ponte della Becca torna ad accendere i riflettori su un’infrastruttura da tutelare. E così procede in due direzioni. Per prima cosa ha presentato alla Procura della Repubblica un esposto in cui chiede di «accertare e valutare se siano rinvenibili comportamenti penalmente rilevanti nella gestione della Becca, in particolare sulla sicurezza del ponte. In caso affermativo, chiediamo che si proceda nei confronti dei soggetti responsabili».
Tutto comincia 18 mesi fa
Ricorda il Comitato la data del 17 marzo 2011, quando cedette la pila numero 9 e quando, solo grazie alle stampelle in cemento armato posizionate qualche mese prima, «si evitò il crollo del ponte». «La Becca - si legge sull’esposto - venne riaperta a dicembre dello stesso anno, ma con la limitazione al transito dei camion superiori alle 10 tonnellate. Attualmente invece il limite e di 3,5 tonnellate, mezzi pubblici esclusi. Fu quindi installato un sistema di pilomat che può essere alzato o abbassato, da chi è autorizzato, attraverso un telecomando».
«Il pilomat – sottolinea il presidente del comitato, Fabrizio Cavaldonati, che ha firmato l’esposto corredato da una ricca documentazione, anche fotografica - serviva a tutelare un ponte ormai molto vecchio, realizzato nel 1912 e progettato per il traffico di quell’epoca, dai danni da vibrazioni e da compressione, dovuti al passaggio dei Tir».
Purtroppo «per 164 giorni i pilomat, rotti il 24 marzo, non sono stati funzionanti, con la conseguenza che sul ponte, per tutto quel periodo, in entrambe le direzioni, sono passati mezzi superiori alle 10 tonnellate. Il comitato ha allertato Anas che solo recentemente li ha sistemati e non ha ritenuto di prevedere misure di sicurezza alternative in attesa del ripristino dei pilomat. E così non è da escludere che le decine e decine di camion possano aver procurato un’instabilità alle pile. Una situazione inaccettabile. Nel 2018 avevamo proposto il doppio pilomat, ora invece proponiamo di posizionare una sbarra, sul modello di quelle del telepass, che ha costi relativi e tempi di riparazione presumiamo più brevi, rispetto ai cinque mesi impiegati nel 2021 e nel 2022 per ripristinarli. Perciò auspichiamo che, dopo l’esposto, Anas rifletta seriamente prevedendo sistemi efficaci».
Ieri mattina il comitato ha organizzato un presidio sulla vecchia infrastruttura «allo scopo di fare pressione su Anas perché metta in atto tutte le misure necessarie alla sua salvaguardia. Con questo flash mob vogliamo mantenere alta l’attenzione sul ponte che, finché non verrà realizzata la nuova infrastruttura, svolge un ruolo strategico nella viabilità provinciale e regionale». —
Stefania Prato