Capita, a un certo punto, che uno non riesca più a trattenersi. Perché puoi stare zitto per tutta la riunione ma quando ci vuole, ci vuole. Maria è stata attenta, ha discusso insieme agli altri i problemi del condominio. Ma quando si parla del riscaldamento eh no, lei non può proprio rimanere indifferente: «Io devo fare i sacrifici? Io, che ho faticato tanti anni? Vogliono risparmiare sul riscaldamento? Allora comincino ad abbassare la temperatura negli uffici pubblici. Ma non vedete? Sono pieni di signorine con la camicetta, altro che risparmio».
Nello scantinato dell’oratorio di Maria Speranza Nostra di via Chatillon a Torino si ritrovano in nove. Sono i condomini di una delle case della zona Nord. Abitano negli alloggi popolari che con i sacrifici, quelli che racconta la signora Maria, sono riusciti ad acquistare. Non sono più poveri ma nemmeno così ricchi da dimenticarsi che cosa è la vita di chi sta peggio di loro. I figli giocano nel cortile di fianco alla chiesa. Le magliette dicono che i loro miti si chiamano Messi, Ronaldo e addirittura Tonali. Tonali perde due contrasti: non si può pretendere contro i fuoriclasse.
Lo scantinato ha un evidente passato da palestra scolastica. Lo testimoniano, appesi a una sbarra sul soffitto, i ganci gialli di un quadro svedese ormai scomparso. C’è orgoglio in sala. «Se avessimo dato retta a quelli che volevano fare le cose in fretta, adesso saremmo qui ad aspettare i documenti delle banche. Invece, partendo con aziende serie in grado di dare garanzie, ecco che siamo diventati i primi del quartiere a portare a termine i lavori del superbonus al 110%». Dice così Francesco Burrelli, amministratore del condominio e presidente dell’Anaci l’associazione nazionale degli amministratori. Il suo orgoglio sembra condiviso. Commenta Luigi: «Viviamo meglio e la casa vale un po’ di più. Certo, siamo rimasti ingabbiati per mesi come i canarini». Ma c’è un nuovo problema da affrontare. Interviene Angelo: «Abbiamo le luci esterne alla casa sotto le impalcature. Così si accendono prima che scenda il sole perché sono crepuscolari, si attivano con il buio. Basterebbe attaccarle all’esterno dell’impalcatura e si risparmierebbero un bel po’ di soldi». Il problema è lo stesso che dovranno affrontare nei prossimi mesi milioni di famiglie italiane: il costo dell’energia. Tutto viene ormai letto in quella prospettiva. Potrà il 110% trainare le verande di vetro sui balconi? Bella domanda. «Con la veranda - dice Davide, 27 anni, ingegnere - avremmo ulteriori risparmi sul riscaldamento». Ma la veranda è trainata, nel senso che si può far rientrare nelle spese coperte dal superbonus, o bisogna accontentarsi del bonus del 50% per i miglioramenti energetici? Discussione tecnica che dipende da leggi, decreti, interpretazioni. In sostanza, dipende dalle norme decise dal governo. Quindi discussione a suo modo anche politica. Ma la campagna elettorale, per ora, resta sullo sfondo. Adesso si discute di questioni serie. Come il problema dell’acqua. Martina vive sola nell’appartamento. E lamenta un sopruso: «Non è giusto che ci siano i furbi. Se io dico che sono da solo e invece viviamo in tre nell’alloggio finisce che pago meno di quel che dovrei. E gli altri pagano al posto mio. Mettiamo un contatore e ognuno paga per l’acqua effettivamente consumata nel suo appartamento». L’amministratore approva: «Ci sono apparecchi in grado di misurare il consumo. Chi vuole, li metta e certifichiamo la spesa». La corsa al risparmio è anche sulle multe dell’Amiat, l’azienda della raccolta rifiuti di Torino: «I muratori vengono da altri quartieri a buttare le macerie nei nostri bidoni. Li ho fotografati, ho le prove», annuncia Davide.
Storie di ordinarie scaramucce dentro e tra i condomini di una città. Sono queste riunioni, non di rado, autentiche palestre di politica dove si impara l’arte dello scontro e quella della mediazione, della battaglia per il bene comune e del braccio di ferro tra interessi particolari. Così non stupisce se a fine riunione, dopo oltre un’ora di confronto tecnico e partecipato scoppia la rabbia. Contro chi? Ma contro “loro”, naturalmente. Chi siano esattamente “loro” nessuno lo sa di preciso. Ma esistono e fanno cose nefande. Per esempio, «chiedono altri sacrifici proprio a noi che li abbiamo sempre fatti». E non sono solo «le signorine in camicetta degli uffici pubblici». Sono «quelli delle auto blu che adesso sono grigie ma è la stessa cosa». Scusate: quelli delle auto blu li abbiamo eletti noi. Non sono marziani: «Ma alla fine che cosa conta il voto? Si mettono d’accordo e sono sempre gli stessi». Adesso arriva una nuova crisi e arriverà un nuovo governo. Le bollette della luce e del gas sono aumentate? «Del trenta, quaranta per cento». Che fare?
Le ricette sono le più diverse. Maria: «Vorrà dire che metteremo due maglioni anche in casa». Martina: «Abbasserò di un grado la caldaia». A quanto è oggi? «Comincia a scaldare se si scende sotto i 18 gradi. Proverò a mettere il limite a 17». Angela risparmia sul consumo della lavatrice: «Ma quello lo facevo da tempo. Non è che prima di Putin avessimo i soldi da buttare via. Io la lavatrice la accendo sempre di notte perché la bolletta costa meno». E i fornelli? Chi risparmia sull’uso dei fornelli? Martina: «Io risparmio da sempre. Faccio da mangiare per due giorni per la sera e per la pausa pranzo al lavoro».
Qualcuno spegne il fuoco sotto la pentola prima di buttare la pasta? La domanda ha lo stesso effetto di un colpo di pistola. La risposta è unanime: «Vada a dirlo a quelli delle auto blu». Ma anche autorevoli chef hanno sostenuto che è possibile… «Appunto». In fondo la crisi energetica serve anche a cambiare le nostre abitudini, ad avere uno stile di vita più rispettoso della natura. Non credete? «Lei non ha capito. La nostra vita è stata per tanti anni una vita di sacrifici. Sono gli altri che devono cambiare la loro. Quelli che vogliono cambiare lo stile di vita non provino a venire da queste parti. Soprattutto quando comincia a fare buio. Potrebbe essere pericoloso».
