«Sofia Raffaeli è la dimostrazione che il duro lavoro paga». Detto da una ragazzina di appena 15 anni, in un’epoca di youtubers e reality, suona quasi stonato.
Ma non se la ragazzina in questione è Tara Dragas, fiore all’occhiello dell’Asu Udine e una delle nuove promesse della ginnastica ritmica, la disciplina che si è conquistata spazio sui media, in questi giorni, dopo il trionfo mondiale di Sofia Raffaeli, 18 anni, oro nell’all around e nelle specialità di cerchio, palla e nastro (bronzo alle clavette). Per Tara, che a giugno ha messo al collo l’argento europeo juniores al nastro, la campionessa marchigiana è un esempio.
Tara, che emozioni hai vissuto seguendo i mondiali?
«Sofia mi piace tantissimo e sapevo che aveva le potenzialità per puntare all’oro ma sono in stata in ansia per lei soprattutto durante le esibizioni dell’all around perché so che la tensione può giocare brutti scherzi. Vederla vincere è stata una grande soddisfazione perché lei è l’immagine del duro lavoro e della passione e credo rappresenti al meglio la ginnastica ritmica».
Che cosa le invidi di più?
«Ammiro tanto il suo coraggio; a me capita di eseguire correttamente in allenamento un elemento difficile mille volte e poi magari in gara per paura di sbagliare non lo faccio, invece lei è sempre molto determinata e non si lascia mai intimorire, sa rischiare ma in maniera intelligente perché sa capire fino a dove può spingersi».
Ti è capitato di allenarti con lei?
«Sì, recentemente abbiamo svolto degli allenamenti assieme con la nazionale ma mi è capitato più volte di vederla in allenamento e l’ho incrociata in diverse competizioni».
Fuori dalla pedana è così imperturbabile come si vede in competizione?
«Sofia è una delle ginnaste più umili che abbia mai conosciuto. Durante gli allenamenti è molto seria e concentrata, sa scherzare quando è il momento ma in generale è molto disciplinata e sa cos’è il duro lavoro. Fuori dalla palestra è molto simpatica e un po’ pazzerella».
La nuova campionessa del mondo ha anche inventato un movimento, il Raffaeli appunto, che tu hai usato molto spesso quest’anno.
«In Asu abbiamo l’usanza di provare sempre tutti gli elementi nuovi che vengono inseriti nel codice e ci sfidiamo per vedere chi riesce a impararli prima. Abbiamo visto che il Raffaeli mi veniva abbastanza bene fin da subito e così abbiamo iniziato a inserirlo prima in alcuni esercizi e poi praticamente in tutti».
Fra pochi mesi anche tu entrerai nella categoria senior e troverai Raffaeli, ma anche l’altra azzurra Baldassarri o l’ex Asu Agiurgiuculese come avversarie. Che cosa ti aspetti?
«Spero di essere all’altezza delle gare che dovrò fare e voglio ovviamente fare del mio meglio».
Il fatto che ci siano atlete giovani e di talento come te è sentore che la ritmica, come movimento, sta crescendo.
«Grazie ai successi ottenuti dalle farfalle della squadra nazionale e ora dalle individualiste la ginnastica ritmica è sempre più vista, anche dai media, e questo fa bene a tutto il movimento. Ne sono felice perché è uno sport che merita tutta questa attenzione».
L’anno scorso ci avevi confidato che il tuo obiettivo erano le Olimpiadi. Parigi 2024 non è lontana, è ancora quello il tuo traguardo?
«Sicuramente il mio obiettivo più grande da ginnasta resta quello di partecipare alle Olimpiadi. Certo che in questo momento, con Raffaeli prima al mondo e Baldassarri quinta, credo sia molto difficile pensare a Parigi, però dopo quella del 2024 ci saranno altre Olimpiadi».
Guardando più a breve termine, per quali gare stai lavorando?
«Abbiamo ripreso ad allenarci intensamente dopo il periodo estivo e sto preparando le finali nazionali juniores che si terranno dal 28 al 30 ottobre dove dovrò fare del mio meglio dopo l’oro del 2019 e i due argenti del 2020 e 2021». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA