ROMA. Identificati all'ospedale pediatrico Bambino Gesù i primi casi di contagio da virus influenzale «australiano». Si tratta di 16 bambini giunti ai pronto soccorso da fine giugno a oggi per problemi all'apparato respiratorio. La conferma arriva dai ricercatori dell'Area di Microbiologa e Diagnostica di Immunologia dell'ospedale, che hanno analizzato il profilo molecolare dei patogeni contratti dai piccoli pazienti. In tutti i casi è stato rintracciato il virus H3N2, uno dei principali responsabili della cosiddetta influenza «australiana».
«L'ondata di contagi, partita con circa 6 mesi di anticipo dall'emisfero meridionale, inclusa l'Australia, si preannuncia intensa anche in Italia, già raggiunta dal virus fin dall'inizio dell'estate», dichiara il professor Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologa e Diagnostica di Immunologia del Bambino Gesù. Il primo caso al Bambino Gesù è stato individuato a fine giugno.
L'influenza da virus H3N2, spiega l'ospedale pediatrico in una nota, «si manifesta con i sintomi tipici del male di stagione: stanchezza, dolore a ossa e muscoli, febbre e problemi all'apparato respiratorio e gastro-intestinale». Tuttavia «nei soggetti a rischio e in caso di comorbilità la malattia può avere effetti più gravi», sottolinea il professor Alberto Villani, direttore del Dipartimento di Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale del Bambino Gesù.
Dal 1 ottobre in Italia partirà la somministrazione del vaccino aggiornato che prevede la copertura anche per il ceppo H3N2. Il consiglio di Villani è quindi quello di «vaccinare contro l'influenza tutti i bambini, soprattutto se fragili, a partire dai 6 mesi di età». La stagione influenzale potrebbe, peraltro, sovrapporsi a una nuova ondata di contagi Covid. «La doppia vaccinazione, antinfluenzale e anti-Covid, è particolarmente importante e indicata per tutte le fasce di popolazione più fragili», sottolinea Villani.