Da 40 anni mai così tanti bambini al via delle lezioni: sono passati da 10 a 22. La crisi vinta grazie all’arrivo dei giovani studenti ucraini
RONCO CANAVESE. Da dieci a ventidue. Sono più che raddoppiati, rispetto allo scorso anno scolastico, gli alunni iscritti alla scuola primaria di Ronco,l’unica in tutta la Valle Soana.
Da almeno quarant’anni non vi erano così tanti bambini nella scuola del paese, il loro numero, infatti, era sceso man mano a causa della crisi demografica e solo negli ultimi due anni aveva raggiunto nuovamente la decina. A ripopolare le aule scolastiche, che si trovano al piano rialzato del municipio, oggi sono undici bambini ospitati, insieme alle loro mamme e ad altri rifugiati ucraini (circa ottanta),nella casa di riposo San Giuseppe trasformata in Cas, Centro di accoglienza straordinaria. Undici nuovi alunni, che si sono aggiunti a quelli locali, accolti in questa piccola scuola di montagna rimasta aperta per volontà delle amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi due decenni.
Quella di Ronco, infatti, come le scuole di Frassinetto e di Ceresole, non è più una scuola statale, bensì una scuola comunale non paritaria ed a provvedere a tutto è il Comune, supportato dall’Unione montana Valli Orco e Soana con contributi regionali. Assicurare l’inserimento e l’inclusione degli alunni ucraini nella scuola di Ronco non è stato semplice, in quanto nulla era stato previsto per una simile situazione, dato che nella maggioranza dei casi i piccoli rifugiati entrano in scuole statali ed è il Provveditorato agli studi a provvedere al personale. Per garantire un regolare svolgimento delle lezioni nella primaria di Ronco occorre affiancare alle due insegnanti (è una scuola a tempo pieno) innanzi tutto un interprete e un insegnante di sostegno. «Gli undici scolari ucraini hanno età diverse e si aggiungono alla nostra pluriclasse formata da alunni di tutte le cinque classi, così ora vi sono due pluriclassi e non è facile gestirle – spiega la maestra Martina Benedetti –.Per ora abbiamo una mediatrice due giorni alla settimana e i piccoli ucraini sono impegnati ad imparare il nostro alfabeto».
Il Comune, inoltre, ha dovuto acquistare banchi, sedie e altro materiale per allestire una seconda aula scolastica ed ha anche provveduto al trasporto alla scuola media di Pont di altri undici allievi ucraini. A partire dallo scorso mese di giugno, Comune e Unione montana hanno più volte interpellato e scritto a Prefettura, Regione e altri enti per ottenere un sostegno economico al fine di coprire le spese da affrontare per garantire il diritto all’istruzione ai giovani rifugiati presenti nei nostri paesi montani (a Frassinetto vi è una situazione analoga). «Finalmente, nel mese di agosto, è stata la presidenza della Regione a interessarsi alla questione; poi, solo pochi giorni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, ci è stato confermato che sarà la Protezione civile a provvedere con i fondi per l’emergenza umanitaria per la guerra in Ucraina, – afferma il sindaco Lorenzo Giacomino-.Nel frattempo, grazie all’interessamento del Ciss38, la diaconia valdese ci ha inviato una mediatrice culturale che interviene due volte alla settimana, permettendo l'avvio dell'anno scolastico. Tengo a ringraziare in modo particolare la presidenza della Regione e del Ciss 38 ed il segretario della nostra Unione montana, Marco Balagna, per il loro impegno nel trovare una soluzione ad una situazione piuttosto complicata».