Da Valencia, il nostro insiato
Canada-Spagna 2-1
R. Bautista b. V. Pospisil 3-6 6-3 6-3
F. Auger-Aliassime b. C. Alcaraz 6-7(3) 6-4 6-2
F. Auger-Aliassime/V. Pospisil b. M. Granollers/P. Martinez 4-6 6-4 7-5
Ci sono voluti nove set e quasi otto ore di partite per decidere la vincente dell’incredibile sfida tra Spagna e Canada, con quest’ultima vincitrice a sorpresa al fotofinish. Nel silenzio dei circa 2000 spettatori rimasti quando a Valencia erano ormai le 00.48 del sabato, i nord-americani hanno potuto festeggiare un sorprendente successo con l’affermazione nel doppio, ottenuta dopo che i padroni di casa erano andati con Pedro Martinez qualche minuto prima a servire per la vittoria sul 5-4 del terzo set.
Ma la notizia che fa il giro del mondo del tennis è un’altra: inizia con una sconfitta IL regno al numero 1 di Carlos Alcaraz (proprio come successo a Medvedev pochi mesi fa) battuto al termine di una bella partita da un Felix Auger Aliassime autore di una prova di altissimo livello. Nell’analisi del risultato vanno contestualizzate le non facili condizioni con le quali è sceso in campo il tennista murciano, arrivato solo martedì qui a Valencia e probabilmente -senza esserne conscio- scarico dopo il grande sforzo psico-fisico necessario nelle ultime due settimane per vincere gli US Open e guadagnare contestualmente la vetta del ranking ATP. Pur sostenuto da un pubblico caloroso che ha provato ad aiutarlo in ogni modo, Alcaraz è stato autore di una prova fatta di alti e bassi e pur arrivando vicino alla vittoria (si è trovato avanti di un set e ha avuto la palla break per andare a servire sul 4-3 nel secondo) ha probabilmente meritato di perdere contro un Auger-Aliassime costante nel rendimento, ad eccezione del tie-break del primo parziale, giocato dal canadese in maniera sciagurata. Decisivo per la sconfitta di Alcaraz il suo passaggio a vuoto tra metà del secondo set e inizio del terzo, nel quale ha subito un parziale di 7 giochi a 1. Lo abbiamo ascoltato nella sua conferenza stampa post match, nella quale ha parlato con il volto corrucciato per la sconfitta: “Non ero al meglio: non è facile arrivare qui solo martedì avere pochi allenamenti e scendere in campo contro un tennista che vale la top ten, soprattutto se si considera che ho giocato in condizioni di gioco così diverse da quelle di New York e su un campo lento come questo. Felix sa giocare molto bene e ha meritato di vincere, purtroppo a metà del secondo set ho iniziato a sbagliare molto di più e questo mi è costato la sconfitta. Ci tenevo tanto a giocare per la Spagna, mi sentivo pronto a farlo e spero di poter aiutare la mia squadra ancora e di centrare la qualificazione per le Finals di Malaga (il numero al mondo dopo la conferenza stampa è subito andato a seguire i suoi compagni di doppio sino al termine del match, ndr). Ringrazio il pubblico che è stato meraviglioso con me dal primo all’ultimo punto del match, avrei voluto ripagare così tanto affetto in bel altro modo” I giornalisti spagnoli gli hanno chiesto anche del ritiro di Federer: “Non ci volevo credere quando l’ho saputo, sognavo ancora di giocarci contro: lui rappresenta la magia e il talento nel tennis“.
BAUTISTA PIU’ FORTE ALLA DISTANZA- Il match tra Bautista Agut e Pospisil che ha aperto la sfida tra Spagna e Canada era stato già giocato quattro volte nel circuito, tre delle quali vinte dallo spagnolo, ma con l’ultimo confronto conquistato dal canadese, che si era imposto agli US Open 2020 (quella di due anni fa è stata anche l’ultima vittoria del nord-americano contro un tennista nella top 25 ATP). Parte meglio dai blocchi Pospisil: dopo i primi cinque giochi chiusi senza palle break, nel sesto game strappa a 0 il servizio all’avversari, suggellando l’allungo nel punteggio con un bellissimo smash all’incrocio delle righe. Gioca molto bene il tennista canadese nel primo set, riuscendo a non dare mai il ritmo necessario a Bautista per imbastire le sue trame di gioco: serve con effiacacia (chiude il parziale con 4 ace e il 71% di punti vinti con la seconda), scende a rete appena possibile e accorcia gli scambi con smorzate o fendenti da fondocampo. Il tennista spagnolo con il passare dei minuti sale però di livello e riesce nel nono gioco ad avere due palle break, che però spreca (sulla prima è frenato anche da un pizzico di sfortuna, perché un suo passante di rovescio, che il pubblico vede dentro, finisce fuori di pochissimo). A Pospisil non trema la mano e dopo 36 minuti di gioco chiude con una gran volée di dritto un primo set giocato ai livelli di quando otto anni fa si issò al suo best career ranking di 25 ATP. Il 32 enne canadese inizia a calare col proseguire dell’incontro e contestualmente Bautista alza il livello del suo tennis: i prodromi del cambiamento di inerzia del match si avvertono già al secondo game, quando il 21 ATP va sul 15-40, facendosi rimontare dal suo avversario. Il 21 ATP ne guadagna però una terza ed è quella per lui buona: dopo un lungo scambio, infatti, Pospisil spara lungo il dritto. Il tennista nord-americano non riesce più a venire fuori dalla ragnatela che ha tessuto Bautista e nel sesto gioco deve annullare una nuova palla break, riuscendoci con un servizio vincente che quantomeno lo mantiene in scia, seppur in ritardo nel punteggio.
Il pubblico diventa sempre più un fattore, a dire il vero non sempre facendolo in maniera sportiva: quando nel silenzio generale la panchina canadese si alza ad applaudire vivacemente un bel punto del proprio giocatore, viene fischiata sonoramente dagli spettatori accorsi al San Luis. Bautista non concede più palle break e chiude con un servizio vincente sul primo set point disponibile, portando al terzo parziale il match. Dopo due giochi del terzo e decisivo set, Pospisil mostra i primi segni di cedimento chiamando un medical time-out per un dolore avverito dietro alla coscia sinistra. Nel quarto game il canadese ha l’ultima occasione per indirizzare a proprio favore il match: riesce a guadagnare una palla break (non gli riusciva dal sesto game del primo parziale), ma dopo un lunghissimo scambio spara ben oltre le righe di fondocampo il rovescio. Il match finisce in pratica qui: Vasek è sempre più stanco e subisce nel corso delle ultime fasi dell’incontro due warning per time violation che lo costringono a giocare la seconda. Dopo il pericolo corso, Bautista strappa il servizio al 141 ATP al quinto gioco e da lì non ha problemi a portarsi sul 5-3, concedendo un solo punto nei suoi due successivi turni di servizio. Si arriva così al 5-3 0-40 nel nono gioco: Pospisil ha un moto d’orgoglio e annulla i tre match point, ma Batuista ne guadagna un quarto, sul quale costringe all’errore Pospisil. Dopo 2 ore e 18 minuti il primo punto della sfida è spagnolo e la qualificazione per gli iberici sembra a un passo.
ESORDIO NEGATIVO DA NUMERO 1 PER ALCARAZ- Nella sfida che mette di fronte i due numeri 1 di Spagna e Canada si raggiunge il picco dell’applausometro avvertito in questi giornia Valencia: accade quando Carlos Alcaraz fa il suo ingresso in campo. Mai vista da martedì in questa veste calda e festosa la Fonteta; così viene chiamato dai suoi cittadini il Palasport cittadino, ufficilamente denominato Pabellón Municipal Fuente de San Luis. Un nickname dato al palazzetto perchè dove è stato costruito la leggenda vuole che ci sia una fonte d’acqua dai poteri miracolosi, capace di salvare dalla morte anche il santo Luil Bertran. Ci sono circa 7000 spagnoli a contribuire a un’atmosfera che ricorda i match della vecchia Coppa Davis: gli spalti per la prima volta sono occupati quasi in ogni ordine di posto da spettatori ricchi di entusiasmo e una parte di loro è costituita da tanti concittadini del numero 1, facilmente riconoscibili dalle bandiere spagnole appoggiate sulle tribune, alcune delle quali caratteruzate dalla scritta Murcia. Auger-Aliassime inizia l’incontro servendo costantemente sopra i 200 Kmh e raggiungendo molte volte i 220: il numero 1 al mondo non riesce a entrare in partita quando è alla risposta e arriva al tie-break avendo conquistato appena 4 punti quando non è al servizio. Il recente vincitore degli US Open non concede palle break, ma è comunque costretto in tre suoi turni di servizio ad arrivare ai vantaggi. Inevitabile, arriva il tie-break, che vede partire meglio il canadese, bravo a portarsi sul 3-1, prima di incartarsi in una serie di errori gratuiti capaci di portare Alcaraz sul 6-3, con il murciano bravissimo a chiudere il set con uno splendido dritto inside-in dopo 79 minuti di match già piacevolissimi. Nei primi cinque giochi del secondo set non ci sono sussulti, con chi serve che facilmente porta a casa il proprio turno di servizio. Il sesto gioco è probabilmente il turning moment dell’intero match: Alcaraz guadagna la prima palla break dell’incontro ma Auger-Aliassime la annulla brillantemente con servizio e dritto al volo. Nel gioco successivo il numero 1 ATP si salva sul 30 pari con un recupero prodigioso che merita la candidatura a uno dei punti più belli dell’anno. Nel nono gioco arriva il break che decide il set: sulla sua prima palla break dell’incontro, arrivata dopo 110 minuti di match, il numero 13 al mondo stecca clamorasamente la risposta su una seconda di Alcaraz sparata a 145 kmh. Ne guadagna però una seconda e Alcaraz, dopo una serie di scambi, manda in corridoio il suo rovescio. Inizia ad aprirsi un solco tra il rendimento dei due giocatori: lo spagnolo sbaglia sempre di più (e nei momenti di difficoltà cerca molto più lo sguardo di Ferrero, presente sulla panchina spagnola, che quello del suo capitano Bruguera), mentre il canadese torna a essere incisivo col servizio, espolsivo con i colpi da fondocampo e bravo a chiudere a rete quando necessario. Si apre cosi un solco nel punteggio: il 13 ATP non ha difficoltà con un servizio vincente a portare la partita al terzo e brekkare Alcaraz nel primo gioco del terzo e decisivo parziale. La partita finisce in pratica lì: Alcaraz è un combattente e sino all’ultimo prova a rendere la vita difficile al suo avversario. Nel quarto gioco lo spagnolo guadagna ben cinque palle break, ma Aliassime è in gran spolvero e le annulla, allungando poi sul 5-1. Dopo due ore e cinquantacinque minuti di un match a tratti molto spettacolare, il numero 13 ATP con un servizio vincente porta il Canada sul 1 pari, riscattando abbondantemente la scialba prestazione offerta nella sconfitta subita martedì contro Kwon.
POSPISIL E AUGER-ALIASSIME REGALANO IL PUNTO DECISIVO- Il doppio decisivo per le sorti della sfida tra Spagna e Canada è giocato dalle coppie annunciate dai capitani nel primo pomeriggio: scendono in campo Marcelo Granollers e Pedro Martinez per la squadra spagnola, Vasek Pospisil e Felix Auger-Aliassime per il team canadese, entrambi tandem sperimentati con successo nella prima giornata del gruppo B di questa fase della Coppa Davis. La partita è caratterizzata da un’ottima efficacia di chi va al servizio e i primi due set sono così segnati da un unico break. Il primo parziale va agli spagnoli (perchè Auger- Aliassime perde il servizio nel game inaugurale del match), il secondo ai canadesi (Granollers si fa strappare la battuta nel corso del decimo gioco). Quando il tennista capace poche ore prima di superare Alcaraz sul 2-2 del terzo e decisivo set si fa brekkare, il comunque caldo e piuttosto numeroso pubblico spagnolo esulta pensando di aver ormai vinto. Invece, sul 5-4 va a servire un sin lì bravo Martinez, che però va nel pallone e inizia a sbagliare tanto, concedendo ai canadesi prima di rientrare in partita sul 5 pari e poi, sulle ali dell’entusiasmo, di operare l’allungo decisivo sul 7-5 dopo 129 di una partita piacevole.