TRIESTE. Hanno messo a segno furti tra la primavera e l’estate in abitazioni a Trieste e in una villetta sull’Altipiano carsico, colpi organizzati, studiati in ogni minimo dettaglio spiando anche le abitudini delle vittime che nel caso avrebbero potuto anche vittime di aggressione con l’uso di narcotici. Ma non è finoita bene per due giovani triestini di 22 e 23 anni, uno di questi pluripregiudicato, che sono stati arrestati.
Nelle settimane scorse infatti gli investigatori della Squadra Mobile giuliana, coordinati dal sostituto Procuratore della Repubblica, Chiara de Grassi, titolare del fascicolo processuale, hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip, nei confronti di due persone residenti a Trieste. Nell’ambito delle indagini, svolte dopo una serie di furti in abitazione consumati tra i mesi di marzo e luglio nel Comune di Trieste, sono state eseguite, con l’ausilio di personale in servizio alla Mobile di Udine, 11 perquisizioni nel domicilio di altrettanti soggetti connessi all’ondata di furti nelle abitazioni. Un fenomeno in forte ascesa anche nella Provincia di Trieste, dove la recrudescenza con cui vengono perpetrati desta particolare allarme sociale.
Le indagini sono iniziate da un furto commesso in marzo all’interno di una villetta sull’altipiano carsico: nell’occasione, approfittando della temporanea assenza dei proprietari, i soggetti si erano introdotti nell’abitazione e, dopo averla messa a soqquadro, si erano allontanati con alcuni oggetti di valore. Durante il furto però, erano stati notati da alcuni residenti che avevano immediatamente allertato le forze dell’ordine.
Il pronto intervento di alcuni equipaggi della squadra Mobile e delle volanti, oltre al recupero di tutta la refurtiva, ha consentito di individuare, due giovani triestini, uno di 22 anni, pluripregiudicato per reati specifici e l’altro di 23.
La successiva attività investigativa per individuare ulteriori complici della coppia, aveva permesso di accertare la partecipazione nel reato di un altro soggetto italiano gravato da numerosi precedenti, di 51 anni, che sarebbe risultato essere l’ideatore, organizzatore ed esecutore della una pluralità di reati.
Il contesto emerso nei mesi di indagine, aveva rivelato una frenetica attività delittuosa condotta da quest’ultimo e dall’amico di 22 anni, i quali risultavano alla continua ricerca di occasioni per commettere furti.
Infatti, dalle conversazioni intercettate e dai servizi di osservazione e pedinamento svolti dagli investigatori giuliani, era emerso come gli indagati fossero assiduamente impegnati nell’ideazione e nella perpetrazione dei delitti, per i quali veniva adottato un consolidato modus operandi che comprendeva, a seconda della situazione, l’assunzione di informazioni sulle potenziali vittime e l’attenta perlustrazione del territorio finalizzata ad eludere telecamere e testimoni.
In ogni caso, ogni singolo colpo veniva studiato nei minimi dettagli: veniva deciso il coinvolgimento ed il ruolo degli eventuali complici, vagliate le variabili possibili e progettata l’esecuzione criminosa che, qualora la circostanza l’avesse richiesto, si sarebbe dovuta concretizzare anche usando violenza o narcotici nei confronti delle vittime, un tanto al fine di farne scemare le capacità di difesa e, contestualmente, agevolare il furto.
La puntuale ricostruzione dei fatti reato operata dagli agenti impegnati nelle indagini, che veniva corroborata da diversi sequestri di gioielli ed oggetti preziosi eseguiti presso esercizi “compro oro” cittadini ai quali i rei, anche attraverso i loro sodali, si rivolgevano per rivendere la refurtiva, consentiva di raccogliere inequivocabili elementi probatori in ordine a svariati furti in abitazione.
Visto tutto questo il Pm ha emesso 11 Decreti di perquisizione personale e locale nei confronti di 8 soggetti sottoposti ad indagini e 3 non indagati ma ritenuti comunque vicini ai due arrestati. Il Gip, considerata la gravità dei fatti contestati ed il concreto ed attuale pericolo di reiterazione dei reati, ha emesso a carico deigiovani di 22 e 23 anni l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, notificata a entrambi ed eseguita da personale della Mobile di Trieste.
Nel corso delle perquisizioni effettuate è stato anche trovato un lampeggiante blu tipico delle auto “civetta”, da usare anche all’occorrenza per simulare l’appartenenza alle forze dell’Ordine.