Sarà chiamato a rispondere di violenza sessuale il sessantacinquenne carnico che i primi giorni di agosto è stato fermato e denunciato dalla Polizia locale della Comunità di montagna della Carnia all’autostazione di Tolmezzo per aver importunato e palpeggiato alcune donne che, loro malgrado, si sono trovate a subire delle attenzioni morbose e indesiderate da uno sconosciuto.
Gli agenti, sopraggiunti immediatamente dopo la richiesta di intervento inoltrata dal capo servizio dell’autostazione, hanno fermato e identificato l’uomo che, in stato di ebbrezza alcolica, si trovava a bordo di un autobus in partenza da lì a poco.
Nel frattempo le vittime si erano già allontanate senza poter essere del tutto identificate e si è quindi resa necessaria una delicata attività d’indagine, partendo dall’analisi delle immagini di videosorveglianza della mattinata in cui si sono svolti i fatti.
Da qui sono stati ricostruiti i movimenti dell’uomo all’interno dell’autostazione, ulteriormente verificati grazie alla collaborazione degli autisti degli autobus di linea Arriva Udine.
Una volta confermato l’accaduto, gli agenti sono risaliti all’identità delle vittime le quali, solo dopo essere state rintracciate dalla Polizia locale nel corso delle successive settimane, hanno deciso di sporgere denuncia.
Profondamente turbate e scosse dall’accaduto, avevano infatti esitato, in un primo momento, a rivolgersi alle forze dell’ordine. L’uomo rischia ora da 6 a 12 anni di reclusione per il reato di violenza sessuale.
Il comandante della Polizia locale, Alessandro Tomat, invita a chiamare immediatamente il numero unico 112 quando si verificano fatti di questo genere, sottolineando “l’importanza di trovare la forza di denunciare le violenze per assicurare i colpevoli alla giustizia ed evitare che possano ripetersi nei confronti di altre donne”.
“La Polizia locale assieme alle altre forze dell’ordine del territorio - prosegue il comandante - agisce con costante impegno per contrastare questi fenomeni e tutelare le vittime, fornendo loro supporto grazie all’attivazione della rete di strutture specifiche di assistenza, ascolto e consulenza”.