Programmatori, esperti di cybersicurezza, analisti di dati e manager della trasformazione digitale i profili più richiesti
PAVIA
È il settore informatico quello maggiormente in crescita. Si parla di oltre cinque milioni di nuovi posti di lavoro a livello mondiale nei prossimi quattro anni. E tutti ben retribuiti. L’industria 4.0 sta modificando la tipologia dei profili richiesti dalle aziende che cercano, comprese quelle del settore manufatturiero, figure con competenze specifiche. Quelle più richieste, destinate anche a rivestire un ruolo strategico nell’ecosistema del business, rientrano in cinque macro aree.
i profili più ricercati
Come il settore data manager/analytics che richiede business intelligence analyst, business, intelligence architect, data engineer, data scientist. C’è poi la cyber security. La sicurezza informatica è infatti uno dei settori chiave per il futuro. Tra i profili ricercati quello del security management specialist e del al cyber information security engineer. Riflettori puntati anche sul settore delle infrastrutture informatiche: network engineer/architect, network/systems administrator, systems analyst, social media tech manager/administrator, computer support specialist. Altra macro area è quella degli sviluppatori di software e App. Tra i profili: machine learning designer/developer/engineer, mobile app developer, software developer/engineer e web developer. Digital Transformation è la quinta macroarea. La trasformazione digitale richiede figure professionali in grado di traghettare le aziende verso il loro futuro in chiave 4.0: profili specializzati in change management e transformation consulting, senza dimenticare ingegneri e programmatori. Stando all’analisi, descritta nell’ebook realizzato da Alteredu, piattaforma che si occupa di corsi online certificati, parte dallo studio sul fabbisogno occupazionale, contenuto nel rapporto Excelsior targato Unioncamere e Anpal, nei prossimi quattro anni saranno necessari più di 2,5 milioni di occupati, dipendenti e autonomi, e, di questi, oltre il 70%, 1,8 milioni di lavoratori, dovrà possedere competenze elevate e qualificate per professioni specialistiche e tecniche. Dati che tengono conto del fatto che l’aumento di produttività dovuto allo sviluppo di nuove tecnologie porterà a nuovi posti di lavoro. Il professionista del futuro, sempre secondo l’indagine di Alteredu, dovrà acquisire alcune competenze soft, come il personal branding, il networking, la curiosità. Le imprese digitali cercheranno tra i 210mila e i 267mila lavoratori con competenze matematiche e informatiche come esperti nell’analisi dei dati (data scientist) e nel campo della sicurezza informatica e dell’intelligenza artificiale. I green jobs, i cosiddetti lavori verdi, assumeranno tra le 480mila e le 600mila persone. Stefania Prato