Aveva 54 anni, era la primogenita di Francesco, fondatore della Rotas. Capogruppo di “Avventure nel Mondo”. Lascia il marito Giampaolo e due figli
TREVISO. La diagnosi non le aveva lasciato molte speranze, ma per tre anni ha sfidato la terribile malattia con la sua carica di energia e di positività, attorniata dall’affetto dei suoi cari che l’hanno sempre sostenuta in questi anni di sofferenze.
Ma giovedì mattina è spirata, mentre il padre le donava l’ennesima carezza, in una stanza della Casa dei Gelsi.
Donella Celante, vicepresidente e amministratrice delle Rotas, aveva 54 anni. Ha intrapreso il Viaggio per antonomasia, al di fuori dei questo pianeta di questa materia, lei che pure ne aveva organizzato tanti, storica capogruppo di “Avventure nel Mondo”, esplorando con altri appassionati come lei gli angoli più sconosciuti dei cinque continenti, isole e atolli, lande desolate. Honduras e Galapagos, Yemen, Sudamerica, ma anche i luoghi più remoti della Cina, o le vastità degli spazi degli States. Facendo apprezzare da tutti per le sue doti anche di fronte ad avversità e disagi per altri insormontabili.
«Donella era un’organizzatrice nata», dicono gli amici, affranti, «pochissime persone come lei univano le conoscenze e le competenze ad una dimensione pratica. Ma sapeva anche armonizzare le personalità e i caratteri dei componenti le sue “spedizioni”, metteva tutti a loro agio e questo le è stato riconosciuto da tantissimi viaggiatori anche dopo anni e anni»
«Aveva una leadership naturale, mi sono accorto ben presto che in azienda volevano più bene a lei che a me», aggiunge il padre Francesco, fondatore della Rotas, imprenditore vulcanico. Per la primogenita Donella, quando aveva solo 18 anni, creò Paints italiana, uno spin- off con una stamperia gigantesca, che fece utili da capogiro sin dal primo semestre. Un debutto magistrale, lei appena maggiorenne, nel mondo dell’impresa.
Aveva studiato al Mazzotti, poi si era iscritta a Ca’ Foscari, laureandosi in Economia e Commercio. Quindi aveva conseguito il baccalaureato all’università di Seattle. In quella America dove si sentiva a casa, e dov’era stata in precedenza a studiare un anno durante le scuole superiori, ospite di una famiglia.
Nell’estate del 2019, all’improvviso in ufficio, il mal di testa fortissimo e il capogiro, gli immediati accertamenti all’ospedale Ca’ Foncello, la scoperta del terribile male, il primo urgente intervento.
Vasta l’eco della scomparsa dell’imprenditrice, conosciuta non solo negli ambienti imprenditoriali veneti. Tra gli attestati di cordoglio giunti alla famiglia quello di Assindustria Veneto Centro, di cui i Celante sono storici associati.
Lascia il marito Giampaolo Nardin, sposato dopo tanti anni di convivenza, i figli Niccolò e Riccardo, papà Francesco e mamma Cecilia, la sorella Diletta, insegnante a Milano, e il fratello Edoardo, anch’egli ai vertici dell’azienda di famiglia, oggi una holding con filiali in altri paesi europei, il cognato e la cognata.
L’addio a Donella verrà officiato lunedì pomeriggio al Duomo, alle 15. La famiglia desidera ringraziare lo Iov , Advar, e Casa dei Gelsi per le amorevoli cure e l’assistenza prestate a Donella negli ultimi anni.