PADOVA. I pasticceri di Padova consegnano le chiavi dei loro negozi in tribunale. E’ la protesta, chiamata “Elettroshock” che gli aderenti all’Appe metteranno in scena mercoledì 7 settembre per chiedere provvedimenti contro la crisi energetica. Una manifestazione per attirare l’attenzione di opinione pubblica e rappresentanti delle Istituzioni sulle gravissime difficoltà che sta attraversando il settore dei pubblici esercizi, a causa dell’aumento incontrollato dei costi energetici, delle forniture e, in generale, di gestione delle attività. «Costi – conferma Federica Luni, Presidente del Gruppo pasticceri Appe e dirigente dell’Associazione – che costringeranno centinaia di pubblici esercizi ad abbassare le serrande per sempre, da qui a fine anno, con la conseguente perdita di posti di lavoro».
«Sembra incredibile – prosegue Luni – come, mentre noi arranchiamo per riuscire a mandare avanti le nostre imprese, anche per rispetto dei lavoratori che dipendono da noi, il mondo della politica non riesca a deliberare qualche forma di sostegno per le imprese: è un atteggiamento francamente incomprensibile, che porta alla disperazione». L’argomento è stato affrontato anche durante la riunione del Gruppo pasticceri Appe, che ha visto la partecipazione di una cinquantina di imprenditori di Padova e provincia: «Dopo tre anni di “stop” forzato a causa della pandemia – sottolinea la Presidente Luni – abbiamo voluto rivederci tra colleghi e, anche se le motivazioni dell’incontro non invitavano certo all’allegria, è stato un
piacere constatare come il Gruppo sia più affiatato che mai».
Tra le iniziative già messe in campo dall’Appe, è stata particolarmente apprezzata l’idea di incontrare i candidati dei vari partiti politici, per i quali APPE ha predisposto un “decalogo” di proposte, alcune realizzabili anche a costo zero per la finanza pubblica, per il sostegno e rilancio del settore dei pubblici esercizi. Un settore che, tra l’altro, viene da due anni e mezzo di difficoltà, dovute alle limitazioni imposte per il contrasto al Covid.
«Proprio adesso – conferma Matteo Toniolo, vice Presidente Appe – che iniziavamo a vedere un minimo di luce in fondo al tunnel, è giunta questa mazzata dell’esplosione dei costi energetici, che di fatto azzera tutti i ricavi che, con grande difficoltà, eravamo riusciti ad ottenere nel periodo estivo». L’Appe stima che, qualora proseguisse l’attuale situazione nei costi energetici, entro la fine del 2022 sarebbero costrette alla chiusura almeno il 20% delle attività (600 pubblici esercizi in provincia di Padova), con la conseguente perdita di circa 2.300 posti di lavoro.