Pochi grammi di dolcezza, un secolo di storia. Il Bacio Perugina compie un secolo e a livello di fama non teme confronti. Nell’industria dolciaria italiana oggi rappresenta un’eccellenza, ma un secolo fa – ovvero quattro anni appena dopo la fine della prima guerra mondiale – era semplicemente un modo per rialzare la testa dimostrando l’abilità imprenditoriale di una donna. È noto, e accettato da tutti, che il Bacio sia nato dall’idea dell’imprenditrice perugina Luisa Spagnoli (nota anche per la catena di negozi d’abbigliamento) di impastare, con altro cioccolato, i frammenti di nocciola utilizzati durante la lavorazione dei dolciumi e che era destinati ad essere scartati. Il risultato fu uno strano cioccolatino dalla forma irregolare, che ricordava l’immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera. Per questo fu chiamato “Cazzotto“, ma la sua fortuna la deve anche ad altri due elementi essenziali: il confezionamento e il cartiglio che da un secolo accompagna la prelibatezza.
La presentazione del cioccolatino, infatti, fu ideata da Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni venti del Novecento che, riadattando la rappresentazione del famoso quadro di Francesco Hayez Il bacio, tenne a battesimo la tipica scatola blu con l’immagine di due innamorati. E sempre a Seneca si deve l’idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d’amore che oggi come un secolo fa caratterizzano lo storico cioccolatino. Come dire che “idea che vince non si cambia”. Casomai, si moltiplica: oggi sono numerose le “variazioni” sul tema – sia del cioccolatino, sia del suo confezionamento – anche se la forma resta identica a quella di un secolo fa.
Per celebrare questo importante anniversario alla Sala cannoniera della Rocca Paolina di Perugia è visibile con ingresso gratuito la mostra Cento anni di baci perugina, esposizione collettiva di arte contemporanea a cura de La Casa degli Artisti di Perugia, che proseguirà fino al 18 settembre, con apertura tutti i giorni dalle 15.30 alle 19. Si tratta di una selezione di opere di pittura, fotografia, installazioni e scultura, ispirate al famoso cioccolatino. Sono una sessantina gli artisti coinvolti nella mostra che, oltre a svolgere l’attesa mission artistica, intende omaggiare il senso della creatività, offrendo una testimonianza attiva di appartenenza cittadina e culturale. Quella stessa creatività e sentimento di appartenenza che contraddistinse la stessa Luisa Spagnoli. Dunque il Bacio, che all’inizio fu definito un “cazzotto”, in una contrastante contraddizione tra gioia e dolore fu prima manifestazione concreta della durezza che una donna, affettuosa per natura, doveva esprimere in quegli anni se voleva restare in piedi in un mondo ancora saldamente in mano agli uomini. Una mostra di grande attualità, quindi, che vede anche la presenza del Comune di Deruta per siglare un prestigioso accordo tra Il Museo Regionale della Ceramica e il Museo Perugina. Per dare sostanza a tale accordo sono presenti in mostra dodici di queste preziose confezioni di lusso realizzate, a partire dal 1929, dagli artigiani derutesi ed esposte in permanenza nel Museo Regionale della Ceramica di Deruta.
Info
Cento anni di baci perugina | Mostra collettiva di arte contemporanea
Dove | Centro espositivo Rocca Paolina – Piazza Italia 11, Perugia
Dove | Fino al 18.9.2022
Orari | Tutti i giorni, dalle 15 alle 19
Biglietti | Ingresso libero
Web | www.lacasadegliartistiperugia.it/it/
Social | Associazione Culturale “La Casa degli Artisti”
L'articolo Cent’anni di Baci: perché si chiamavano “cazzotti” e cosa c’entra il quadro di Hayez. A Perugia una mostra collettiva per celebrare il cioccolatino proviene da Il Fatto Quotidiano.
