foto da Quotidiani locali
TRIESTE Mancherà ancora del tempo, ma il direttore Manuela Salvadei e il suo capo di stato maggiore Gloria Deotto non vogliono farsi sorprendere e desiderano provvedere con la dovuta ponderatezza: non si scherza, bisogna trasferire 6 chilometri di libri, più o meno è come se dal centro partisse un’ininterrotta sequenza cartacea fino a Grignano. Quindi a palazzo Biserini, sede storica della biblioteca Attilio Hortis, si sta già procedendo a smontare mobili, a impaccare volumi e collezioni.
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Il domino municipale prevede le seguenti mosse: l’Archivio generale viene spostato da palazzo Zois, dietro a piazza Unità, all’ex caserma Beleno in via Revoltella; una volta svuotato palazzo Zois, avanti con il trasferimento della Hortis, in modo tale che cominci il cantiere per rifare gli interni di palazzo Biserini. Un “cantierissimo” da 11,2 milioni di euro. L’assessore Elisa Lodi detta il cronoprogramma edile: il progetto esecutivo per l’ex Beleno sarà disponibile in ottobre e i relativi lavori galopperanno a fine 2023. Allora sarà possibile evacuare l’Archivio da palazzo Zois a via Revoltella. Palazzo Biserini avrà il progettista - 5 cordate in corsa per ottenere una parcella da 1,3 milioni - a breve, poi 7 mesi di redazione, pareri, validazione, con avvio dell’intervento anch’esso previsto a fine 2023.
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Palazzo Biserini, due secoli abbondanti di vita, è quasi tutto chiuso, a eccezione dell’emeroteca al pianterreno. Prima che gli scaffali riversino il loro contenuto nei cartoni per il futuro trasporto, un’ultima occhiata a quei sapienti meandri con la guida di Gloria Deotto e Gabriella Norio, l’archivista erede del compianto Renzo Arcon. La vecchia scala si arrampica al primo piano, dove una volta il pubblico consultava i cataloghi e dove si aprivano le sale di lettura. Ancora visibili le raccolte d’antan dei giornali, sfilano per esempio le annate del “Tempo”, della “Gazzetta dello sport”, di “Italia oggi”, quando la gente leggeva ancora i quotidiani.
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Un’altra rampa di scale e al secondo piano ecco gli armadi, di cui si era servito Pietro Kandler per custodire l’archivio diplomatico e i documenti più antichi, cuore e memoria della civica triestinità. Spiccano due casseforti inizi ’900. Poi ecco scorrere le tre sale datate 1820 che rappresentano gli albori bibliotecari, con i primi volumi donati dagli Arcadi Sonziaci: c’è anche una Encyclopedie di fine ’700. Uno dei soffitti è affrescato, presumibilmente nei decenni iniziali dell’Ottocento, e il soggetto richiama la Storia. Belli i pavimenti risalenti al XIX secolo, rimessi a nuovo pochi anni fa.
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A palazzo Biserini la biblioteca Hortis - c’è una foto che riporta l’inconfondibile volto del direttore - ha convissuto a lungo con il museo di Storia naturale, prima che questo fosse trasferito all’ex caserma Duca delle Puglie. Al terzo piano - il quarto è un sottotetto - campeggiano ancora le vecchie bacheche utilizzate dall’ex direttore Sergio Dolce e dai suoi predecessori per sistemare i reperti. Ma oggi è soprattutto un grande giacimento di libri, che ospita i fondi Benco, Pittoni, Galli ...
Si ridiscende la scala e s’incrocia quello che diventerà il passaggio aperto tra via Santissimi Martiri e piazza Hortis. Con la riqualificazione il cavedio avrà un bar: naturalmente letterario. Le signore Deotto e Norio ripassano il Biserini del domani: al pianterreno i musei letterari, al primo piano sale di lettura; al secondo “storico” il museo della biblioteca, l’Archivio diplomatico, il museo Petrarchesco-Piccolomineo; al terzo e al quarto scaffali “aperti”, sale polifunzionali. Quando? Verso il 2025-26. Ma il Pnrr non incombe, il finanziamento è regionale.