Il racconto dei testimoni della tragedia di Godega dove quattro ragazzi hanno perso la vita a seguito di un incidente stradale: l’auto è finita contro un albero
«A quante croci ancora ci dovremo rassegnare prima che questa strada venga sistemata?» .All'indomani della tragedia, il risveglio dei residenti di via Cordignano a Godega è un mix di rabbia e dolore. Dolore per la sorte di quattro giovani vite, spezzate nell'età migliore, rabbia perché a loro dire la strage, l'ennesima, si poteva evitare.
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«Mi sono svegliata di soprassalto - racconta Licia Bortoluzzi, che vive con la famiglia al civico 8 di via Cordignano, davanti al luogo della tragedia - quando ho sentito il rumore di una sorta di frenata e poi il botto. In quel momento mi è venuto spontaneo dire: "Signore aiutali". Poi, abbiamo sentito il clacson dell'auto suonare per 10, forse 12 secondi. Allora abbiamo tutti pensato che fossero vivi. Mio figlio Filippo ha chiamato i soccorsi, assieme ad un altro automobilista che è passato per la strada poco dopo lo schianto. I primi soccorritori sono arrivati dopo un quarto d'ora. "Perché nessuno fa niente?", mi ha chiesto mio figlio. Allora abbiamo capito che erano tutti morti».
Si commuove Licia, sorretta dal marito Danilio Gava quando pensa ai corpi estratti ad uno ad uno dall'auto finita capovolta nel fossato: «Sono rimasta sveglia tutta la notte - spiega e con me tutti i miei familiari. Sono scene che mi rimarranno per sempre nella memoria. Inizialmente pensavamo tutti che ci fossero tre morti. Poi abbiamo visto che estraevano anche un quarto corpo. Una scena straziante. Oramai è uno stillicidio continuo: approfitto per lanciare un appello agli amministratori e ai politici: fate qualcosa prima che possa ripetersi una nuova tragedia. Invece di fare sentieri o passerelle di legno nei boschi, sistemate queste strade. Fatelo per i nostri giovani. Se non agite presto ce ne saranno altri di morti».
Giancarlo Lot e la moglie Alida Perin per diversi anni hanno vissuto in via Cordignano, una strada di campagna che collega appunto Cordignano a Godega Sant'Urbano. «È una strada di campagna - spiegano - che specie di notte invita a premere sull'acceleratore. Il limite di 50 chilometri orari? Non viene mai rispettato. Abbiamo visto troppe tragedie in questa strada, se non si fa qualcosa al più presto ne succederanno altre di tragedie. Siamo stanchi. In questo momento vorremmo esprimere la nostra vicinanza ai genitori dei quattro giovani. Sopravvivere ai propri figli è un'esperienza dolorosa e devastante».
Luigia Naibo, pensionata, abita anche lei davanti al punto dove i quattro ragazzi si sono schiantati in macchina. Pure lei di tragedie, in quella strada, ne ha viste tante.
«Ho sentito - racconta la pensionata - un rumore di un'auto che sembrava scivolasse sull'asfalto ma non ho subito pensato a un incidente. Poi, però, il mio cane continuava ad abbaiare e così ho deciso di uscire di casa e ho visto la strada piena di vigili del fuoco e di poliziotti. Allora ho capito che era successo qualcosa di molto grave. Già tre anni fa, due giovani erano morti nello stesso punto. Il problema è che corrono tanto, troppo. E poi, se guardate bene, per chi viaggia da Cordignano in direzione di Godega, trova del ghiaino dove le gomme delle auto scivolano, a maggior ragione se la velocità è alta. L'ho detto più volte in Comune che puliscano la strada ma, purtroppo, le mie richieste sono tutte cadute nel vuoto», conclude la donna.