Da Fulvia che, dal suo b&b, racconta come i turisti continuino a porre domande fino al cantautore Toni Bruna che nel 2012 aveva firmato un concerto a bordo
TRIESTE Lo sguardo rilassato rivolto verso il panorama, il ritmo lento, la consuetudine di utilizzarlo per andare a scuola o al lavoro e il semplice piacere di sedersi nell’antica carrozza, considerata quasi un salotto familiare.
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Sono tanti i ricordi di chi usava il tram spesso e, a sei anni dall’incidente del 16 agosto 2016 che ha avviato il lungo stop alla linea, spera che il prima possibile possa riprendere quell’abitudine tanto amata.
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«I turisti continuano a chiedere come mai non funziona. Sono molto dispiaciuti. Anch’io lo usavo molto, ora mi muovo con il bus. Tutt’altra cosa». Fulvia Ercoli vive a Opicina, dove ha un bed and breakfast a pochi passi dalla stazione. Ricopre anche il ruolo di vicepresidente dell’associazione B&B Fvg, e ormai da anni i vacanzieri domandano della storica vettura, «alcuni sono aggiornati, altri arrivano con note vecchie reperite sul web e ci restano male, e c’è pure chi lo vede fermo e non si capacita delle lungaggini in corso. Per Opicina e per tutta la città è una grossa perdita, in termini di funzionalità negli spostamenti, ma è anche un danno di immagine per Trieste». Lei saliva a bordo «sempre, per andare in centro, adesso uso i bus, molto efficienti, ma manca la “coreografia” che il tram garantisce».
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Per il cantautore Toni Bruna rappresenta «quasi un’estensione di casa mia, lo sento come uno spazio intimo, raccolto, forse perché mi ricorda l’infanzia, preso spesso con amici e compagni di scuola. Ma anche da adulto ricordo quella sensazione di un luogo accogliente, anche per i materiali con i quali è fatto, datati, ben diversi da altri mezzi». E lo considera anche «un bene da tutelare, storico e culturale per la città. Oltre al fatto che tanta gente comunque lo utilizzava abitualmente. Provo nostalgia pensando alla sua assenza». E nel 2012 Bruna è stato protagonista anche di un evento speciale, proprio a bordo dell’amata vettura, «un “concerto da una tratta”, così l’avevamo chiamato, da Opicina a piazza Oberdan. C’era stata molta partecipazione e l’idea era piaciuta tanto». Ma al di là di quell’iniziativa singolare, aggiunge: «Il tram ha tanti pregi e c’è bisogno che torni operativo il prima possibile».
Anche Erika Ronchin lo usava fin da piccola: «Da quando non c’è mi arrangio con il bus, ma è diverso. Con il tram ti godi di più il viaggio, il panorama, gli scorci unici, ti senti più rilassata. Paradossalmente, nonostante gli incidenti, l’ho sempre considerato un mezzo più sicuro di altri, forse perché penso spesso alla gioia che provavo quando salivo a bordo da bimba». E all’adorata carrozza ha dedicato anche un gioco da tavolo, realizzato insieme a Diego Manna, che sarà presentato a settembre.
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Erica Zentilomo, anche lei viaggiatrice affezionata su rotaia, dice subito: «Continua a mancare tanto. Nelle ore di punta, avendo la sua corsia preferenziale, gli orari di partenza e arrivo venivano sempre rispettati. Con il bus ora c’è l’incognita, inevitabile, del traffico. Ma non è solo per questo che spero torni in tempi brevissimi». La donna ricorda che «molti triestini venivano a Opicina per cercare un po’ d’aria fresca, caricando anche le biciclette. Chi invece si dirigeva in centro sapeva che poteva rinunciare a muovere l’auto. E poi, naturalmente, c’erano i turisti. Sono convinta che la crisi di molte attività proprio a Opicina sia stata dettata anche da questo disservizio».
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Una considerazione simile a quella di Tiziana Bizjiak: «Mio marito ha un negozio qui e il calo di affari è stato evidente. La gente non arriva più da Trieste e alcuni turisti chiedendo ancora oggi dove sia finito. Una mancanza a livello affettivo ed economico». Anche per lei un lungo legame alle spalle con la carrozza: «Sono cresciuta con il tram, ho avuto anche l’occasione di salire sulle vetture storiche, e nel tempo ho conosciuto anche diversi tranvieri, e quando ci incrociamo spesso parliamo dei “bei tempi andati” quando tutto funzionava. Speriamo solo di festeggiare il prima possibile la sua ripresa e sicuramente salirò a bordo di nuovo, dopo tanto, troppo, tempo».
