TREVISO. Dieci alloggi da affittare tra Santa Bona e San Paolo, 110 famiglie in coda nella speranza di averne uno. È il risultato dell’ultimo bando di gara pubblicato dall’Ater di Treviso per le nuove occupazioni di appartamenti che erano stati lasciati liberi dai precedenti affittuari e potevano essere riallocati al di fuori delle altre graduatorie in essere. Contratti di tre anni, eventualmente rinnovabili di due, una clausola limitativa che non ha però frenato la corsa di molte famiglie a dimostrazione di quanto il tema casa, e l’alloggio pubblico a canone calmierato, sia un sogno o forse di più: un salvavita.
L’OFFERTA
La gara era stata aperta da Ater in primavera. Dieci appartamenti tra viale Nazioni unite, via Ca’ Zenobio, via Olanda. Alcuni appartamenti datati, altri più recenti, ma non certo palazzine appena inaugurate. Case dai 45 ai 90 metri quadrati, servizi centralizzati, secondo o terzo piano, garage, affitti che oscillavano dai 204 ai 325 euro al mese più circa 1200 per la spese condominiali. I requisiti per concorrere gli stessi degli altri bandi per gli alloggi popolari, ma senza il vincolo della pregressa residenza a Treviso e con un limite massimo di reddito del nucleo famigliare pari a 52 mila euro.
A luglio la pubblicazione della graduatoria di quanti aveva inviato la richiesta: 110 famiglie. Stranieri? Tanti, ma non tutti. Una trentina gli italiani che hanno fatto richiesta di casa e di questi due arrivati al primo e secondo posto della graduatoria. Con loro otto stranieri. Saranno loro, salvo rinunce ad ottenere l’alloggio popolare. Dietro loro altre cento persone che rimarranno con la speranza di poter, un domani, avere una casa pubblica.
L’EMERGENZA
Il pressing su Ater e sulle amministrazioni pubbliche titolari di alloggi popolari è fortissimo. Non a caso proprio la scorsa settimana il Comune di Treviso ha reiterato in regione la richiesta di alzare il tetto delle assegnazioni in emergenza abitativa dal 10 al 20$ per far fronte a 143 richieste da parte di altrettante famiglie in situazione di difficoltà, sotto sfratto, a rischio “strada”.
Treviso ha fatto quello che anche altre amministrazioni fanno ed hanno fatto, perché servono alloggi urgentemente per risolvere i casi a rischio che tra crisi e pandemia sono aumentati. Il tutto, purtroppo, a scapito di quanti attendono la casa popolare in graduatoria, e vedono purtroppo molti alloggi liberati andare assegnati a chi è in condizioni di precarietà.
NUOVI SPAZI E IL PALAZZO BLOCCATO
Da più parti si rinnova così la richiesta di maggiori interventi di manutenzione. E da questo fronte grida ancora vendetta il condomino nuovo costruito da Ater tra via Monte Lungo e La Bassa, mai aperto perché mai completato a causa del fallimento dell’impresa. «Cerchiamo di riaffidare le opere e riaprire» assicurano dall’ente, ma serviranno mesi.
