La Provincia chiede all’Anticorruzione indicazioni sul futuro contratto. Con l’appalto diretto alla Toto risparmio di anni nei tempi del cantiere. Ecco a che punto è l’opera, vista dal drone
SAN BENEDETTO PO. Nove pagine fitte di termini giuridici e riferimenti amministrativi. La richiesta di parere all’Anac (l’Autorità anticorruzione) perché tolga le castagne dal fuoco e chiarisca una volta per tutte se la Provincia può affidare direttamente alla Toto progettazione e costruzione del tratto in golena del ponte sul Po è ufficialmente stata inviata. Con tre settimane di ritardo rispetto a quanto anticipato dalla stessa Provincia e senza il preventivo confronto con la Toto stessa. I riferimenti sono infatti principalmente relativi alla tesi espressa dalla Provincia. Cosa che, in via teorica, potrebbe influenzare il parere dell’Anac stessa. Dalla risposta, va chiarito, potrebbe dipendere in modo diretto il futuro dei prossimi anni di un’area dove vivono 50mila residenti, con migliaia di aziende. Senza appalto alla Toto, i tempi potrebbero infatti dilatarsi di anni e con essi i disagi e le limitazioni di traffico che valgono, secondo le stime valgono 3 milioni di danno ogni anno.
Il documento inizia con un riepilogo dei principali fatti: il progetto preliminare del 2015 con il quale la Provincia, forte del finanziamento di 30 milioni della Regione, ha dato il via alla riqualificazione del ponte, danneggiato dal sisma del 2012 e da allora a traffico limitato. Il costo totale è 33,8 milioni (i 3,8 milioni aggiuntivi sono il valore della caserma dei carabinieri di via Chiassi). Progetto solo per rifare il tratto in alveo con il cantiere affidato nel 2017 alla Toto. Ma nel 2019, scrive la relazione, si scopre a lavori già avviati che anche la parte in golena è ammalorata e si progetta con meno di un milione, di metterla in sicurezza.
Nuova svolta e dopo qualche anno e le proteste dei territori si trovano i soldi per rendere antisismica anche la parte golenale con un intervento che lievita a 14 milioni e 250mila euro, meno di 10 di lavori effettivi che quindi stanno sotto la soglia del 50% dell’appalto iniziale e si possono affidare, sembra, direttamente alla Toto che nel frattempo sta procedendo col ponte in golena. I prezzi però lievitano e la Toto chiede per questi lavori 17 milioni. La Provincia frena i inizia il confronto con la ditta. Nonostante un sì di fatto del Comitato Tecnico Consultivo e il parere del legale della Toto, lo studio Cancrini di Roma, la Provincia, che ancora a ottobre 2021 ritiene fattibile l’affidamento diretto, annunciando dal proprio sito l’intesa con l’azienda, e per questo stralcia alcuni lavori dal contratto iniziale, fa marcia indietro.
La Toto cerca di bypassare l’ostacolo proponendo tre diverse soluzioni. Tutte rigettate. Ora inizia il countdown per sapere la sentenza sui tempi d’attesa per il nuovo ponte.
