FELTRE. Il fascino rivelatore del buio negli occhiali ideati dalla ventisettenne feltrina Valeria Zucco ha stregato la commissione del noto concorso “International lab of Mittelmoda” (categoria accessori) riservato a stilisti e studenti di fashion design provenienti dagli istituti di moda tutto il mondo. Ci sarà anche lei il 19 settembre a Milano a contendersi la vittoria, tra i venticinque finalisti.
La studentessa, proveniente dal corso Its biennale per “Eyewear product manager” sviluppato dal gruppo Certottica e finanziato dalla Regione in capo alla fondazione Its Cosmo fashion academy (l’unico attualmente esistente in Italia specifico per il comparto occhialeria), gareggerà nella categoria accessori presentando un occhiale ideato proprio per l’esame finale del suo ciclo di studi.
«Quando ho visto il mio nome tra i finalisti del premio stentavo quasi a crederci perché, avendo trovato lavoro subito dopo la conclusione degli studi, mi è mancato il tempo materiale per prepararmi», dice l’emergente creativa feltrina. «D’altro canto però, questo progetto lo sentivo mio, mi ha entusiasmato fin dall’inizio e sarebbe stato un peccato sfruttarlo solo ai fini dell’esame».
La passione per l’occhialeria è nata quasi per caso quando, dopo la laurea in Interior design al Politecnico di Milano, le è stata offerta un’opportunità di stage in Luxottica che si è tradotta subito in colpo di fulmine.
Costretta poi a casa per la pandemia, ha approfittato del periodo di stallo forzato per implementare le sue conoscenze. «Dell’Its per Eyewear product manager mi avevano parlato bene e sapevo che, una volta conseguito il titolo, sarebbe stato facile trovare lavoro, come di fatto è avvenuto», racconta Valeria Zucco. «Ho scommesso su me stessa e ora sono qui, a contendermi la vittoria in un premio internazionale con ragazzi provenienti da tutto il mondo».
La collezione che ha ideato è un viaggio introspettivo in una New York insolita, immersa nelle tenebre di un blackout immaginario, che funge da esca per agguantare nuove prospettive. Il concetto di base è quello di un occhiale in nylon con lente trasparente sulla quale è possibile innestare, tramite magneti, una seconda lente colorata.
L’ispirazione arriva dal blackout che colpì la Grande Mela nel 1965, lasciandola all’oscuro per una notte intera. «Per il mio progetto cercavo un’immagine evocativa, originale e d’impatto», spiega la giovane feltrina. «Ho scelto il buio perché prescindendo dalla connotazione negativa che in molti erroneamente gli attribuiscono, è l’unica risorsa in grado di farci percepire la realtà da un’angolazione inedita», aggiunge.
«La nostra è una società distratta, abituata a vedere le cose unicamente attraverso la lente della routine. A me interessava stravolgere questo paradigma, mostrare e dimostrare che, a volte, si può anche imboccare una strada diversa e scoprire che al di fuori del nostro piccolo mondo c’è un universo intero da esplorare», prosegue. «Il blackout, da questo punto di vista, era una metafora perfetta. La mia collezione si compone di quattro famiglie di occhiali, ciascuna delle quali ispirata a uno strumento utilizzato per orientarsi nello spazio di altrettanti paesaggi urbani che ho fantasticato di percorrere nella mia notte incantata».
Durante l’ultimo anno di corso Valeria Zucco ha avuto l’opportunità di svolgere un tirocinio all’ufficio stile di Louis Vuitton. Adesso guarda al futuro, che sogna in questo mondo e in Veneto che dell’occhialeria è patria indiscussa. L’attuale impiego alla sede padovana di Safilo è arrivato ad appena qualche giorno dalla conclusione del percorso di studi.
«In me convivono da sempre due anime», conclude. «Quella più meticolosa e razionale e quella estrosa, votata alla creatività. Al momento prevale la prima, perché mi sento più portata per gli aspetti tecnici. Il design è una sfida interessante, mai dire mai».
Ad oggi Valeria è l’unica studentessa tra quelli selezionati a provenire da un percorso Its. «Siamo felici che i nostri corsi mettano in grado persone creative e piene di talento di raggiungere risultati oltremodo ambiziosi», interviene Roberto Gigliotti, direttore generale di Fondazione Its Cosmo.
E l’amministratore delegato del gruppo Certottica Corrado Facco rilancia: «Se è vero che nei prossimi quattro anni il solo sistema moda italiano necessiterà di 48 mila profili professionali in più rispetto a quelli esistenti, è altrettanto vero che il Paese non potrà permettersi di farsi trovare impreparato, pena la perdita di competitività. L’Italia patisce il gap tra domanda e offerta di capitale umano adeguatamente profilato e formato rispetto alle esigenze delle aziende anche dell’alto di gamma».
