Candia Canavese
È colorata di rosso, nella mappa disegnata dall’ufficio tecnico comunale, la zona della palude del lago di Candia, compresa tra il centro visite e l’ex chalet di caccia utilizzato dall’associazione il Tarabuso, nella quale il sindaco Mario Mottino, attraverso due ordinanze, ha vietato l’ingresso, sia da terra che con le imbarcazioni. Le cause sono due, unite dal comune denominatore della sicurezza.
Nell’area dello chalet c’è il rischio di trovare altri ordigni bellici della Seconda guerra mondiale dopo quelli affiorati nei mesi scorsi. I ritrovamenti delle bombe da mortaio sono avvenuti in seguito all’abbassamento del livello del lago. Occorre quindi un urgente intervento di bonifica che il Comune ha richiesto alla Regione Piemonte. La zona del centro visite, meta di un sempre maggior numero di visitatori, immersa nella rete di sentieri realizzati nell’ambito del progetto life ambiente, si presenta con percorsi invasi da rovi ed erbacce, mentre altri punti di accesso sono bloccati da varchi chiusi con lucchetti, posizionati dalla Città metropolitana di Torino. Ed il Comune di Candia non è in possesso della chiavi. «Il progetto life – recita l’ordinanza– aveva consentito interventi di recupero della palude con la creazione di percorsi didattici che ora non sono più accessibili, nemmeno per i mezzi di soccorso e per le forze dell’ordine in caso di emergenza. Quindi persone colte da un malore, oppure da uno choc anafilattico dopo la puntura di un calabrone verrebbero soccorse a fatica ed in ritardo» . La palude ed il lago, fanno parte del parco provinciale di Candia: la gestione compete quindi alla Città metropolitana di Torino. Restano tesi quindi i rapporti tra il Comune lacustre e la Città metropolitana più volte chiamata in causa dal sindaco per i mancati interventi di manutenzione proprio nella zona della palude. Il Comune aveva anche richiesto un supporto tecnico all’Arpa: dalla relazione di 27 pagine, emerge «che la rimozione della disconnessione idraulica tra lago e palude, volta a favorire il passaggio della fauna ittica, ha comportato una modifica dei fattori che regolano il bilancio idrico incrementando i fattori di perdita di portata diretta ed indiretta. E pertanto è opportuno agire in modo coordinato su più fronti per migliorare lo stato delle acque». l.m.
