ROMA. Ieri è stata annunciata la candidatura di Ilaria Cucchi con Verdi-Sinistra italiana.
Come è nata questa candidatura?
«È una decisione maturata negli ultimi giorni. Non sono un personaggio politico, ma di fatto faccio politica mio malgrado da tredici anni. Sono riconoscente a Nicola Fratoianni per avermi dato questa opportunità, perché sentiamo parlare di tutto in queste ore, sentiamo gli uomini politici litigare tra loro, ma non sentiamo mai parlare di un tema che mi riguarda molto da vicino: i diritti».
Che campagna elettorale farà?
«Accetto questa sfida con molto entusiasmo, con l’intenzione di portare avanti quella battaglia di civiltà che porto avanti sulla mia pelle da tredici anni. Sono felice di aver avuto questa possibilità, spero di essere all’altezza ma sicuramente ci metterò tutto il mio impegno come ho sempre fatto. Non me lo aspettavo, la mia vita è altro».
In che senso?
«È stato il mio processo che si è da poco concluso, finalmente bene. La mia vita è stato il mio diploma di geometra preso quest’anno con 97, facendo cinque anni in un uno. Il mio secondo diploma. Nella vita facevo tutt’altro, ma purtroppo il mio papà in questo processo si è ammalato e io ho deciso per lui e per Stefano di dare una svolta alla mia vita e di portare avanti lo studio di famiglia, che esiste ormai da cinquant’anni. E quella è e continuerà ad essere la mia vita. Questo per dirle che se entrerò in politica lo farò solo e esclusivamente per portare avanti le battaglie per i diritti nella giustizia e nella sanità che devono essere uguali per tutti».
Oggi non lo sono?
«Sappiamo che ci sono cittadini di serie A e di serie B. Un’altra cosa che ho capito in questi anni, è che da soli non si va da nessuna parte. Io non sarei arrivata fin qui da sola. Ilaria Cucchi non era e non è nessuno, devo ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno camminato al mio fianco e mi hanno dato sostegno morale nelle aule di tribunale e fuori. Primo tra tutti l’avvocato Fabio Anselmo. Dedico tutto questo a loro. Mi batterò anche per loro e per tutti coloro che si riconoscono nelle frustrazioni che siamo costretti a sopportare nella vita quotidiana. Spero di non deluderli».
Quali frustrazioni?
«Quelle che ho subito io in anni e anni di processi sbagliati, quando Stefano Cucchi era un ragazzo di serie B, un drogato, anni e anni in cui Stefano Cucchi era morto di suo. Io mi auguro e mi batterò perché nessuna famiglia debba subire questa violenza e farsi carico di un ruolo che dovrebbe essere dello Stato».
È preoccupata di una vittoria delle destra?
«Sui diritti non dovrebbero esistere bandiere. Ma se ci troviamo in questa terribile situazione nel campo dei diritti, dovremmo tutti farci un esame di coscienza. Io ho imparato che di indifferenza si può morire e quindi il mio impegno sarà quello di svegliare le coscienze».
La sua famiglia è contenta?
«I miei genitori sono gravemente malati entrambi, la sensazione è che la morte di Stefano e il mio e il loro sacrificio possa avere un senso. Speriamo che io possa trasformare un’esperienza devastante in qualcosa di positivo».
Si candida nel collegio uninominale o nel proporzionale?
«Non ne abbiamo ancora parlato. Nel proporzionale di sicuro».
