Il donatore di certo è asintomatico, come l’80 per cento di coloro che contraggono il virus. Nel restante 20 per cento dei casi i sintomi sono simili a quelli dell’influenza
È stata riscontrata la presenza del West Nile virus in una sacca di sangue donato da un cittadino della provincia di Pordenone all’Azienda sanitaria Friuli occidentale: il donatore sarà sottoposto adesso ad approfonditi esami per la conferma.
Il virus West Nile (Wnv) è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile da cui prende il nome. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con chi è infetto.
A oltre tre settimane dalla rilevazione della presenza del West Nile virus nelle zanzare anche in provincia di Pordenone (la prima scoperta è stata fatta in un gruppo di insetti catturato a San Vito al Tagliamento agli inizi di luglio) ci potrebbe essere il primo caso umano, che risulta asintomatico. Si tratta di una persona della provincia di Pordenone che ha donato sangue nei giorni scorsi.
Dopo la scoperta delle zanzare infette, il Friuli occidentale è entrato nel sistema di sorveglianza del Centro nazionale del sangue che prevede una serie di adempimenti per le sacche di sangue donate. Mentre una volta si procedeva alla sospensione di 28 giorni dei donatori che avevano trascorso almeno una notte nelle aree nelle quali il virus era stato rilevato, oggi le sacche di sangue vengono sottoposte a un esame particolare, il test Wnv Nat, per verificare l’eventuale presenza del virus.
È arrivato l’esito degli esami sulla sacca che ha evidenziato il West Nile virus. Il donatore adesso sarà sottoposto ad alcuni esami di approfondimento per confermare l’infezione.
Il donatore di certo è asintomatico, come l’80 per cento di coloro che contraggono il virus. Nel restante 20 per cento dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. Nell’0,1 per cento di tutti i casi, l’infezione virale può provocare una sintomatologia neurologica del tipo meningite o meningo-encefalite.
Adesso, quindi, bisognerà vedere se l’infezione sarà confermata. In caso positivo scatteranno tutte le misure previste in questi casi, con il coinvolgimento del Dipartimento di prevenzione dell’Asfo.
Negli anni scorsi in queste circostanze si è analizzata approfonditamente la zona di residenza della persona infetta. In casi particolari, inoltre, si procede a disinfestazione delle aree nella quali si è mosso, come accaduto alcuni anni fa anche in provincia di Pordenone.
Gli nei giorni scorsi l’attenzione dei sanitari si era concentrata su alcuni casi sospetti, ma ieri è arrivata la prima evidenza dagli esami sul sangue donato.