di Giovanni Ceriani
Mi spiace disturbare e deludere i suoi fan come pure i suoi detrattori o “riformatori”, ma si dà il caso che l’agenda Draghi non esista, né sia mai esistita.
Che il Pd le si aggrappi è comico. Che gli altri la denuncino altrettanto comico. Che altri ancora la vogliano moderare, spostare, ammorbidire, riportare su posizioni più “sociali” o altro è iper-comico. Iper-comico come appunto l’esistenza della Sinistra-per-Draghi. Sì, perché l’Agenda Draghi non c’è mai stata. Non c’è stata un’agenda Draghi contrapposta a quella di Conte. Né un’agenda Draghi da spostare sulle corde di Conte. L’agenda Draghi non c’è mai stata.
E allora di cosa si parla quando si parla di agenda Draghi?
Ebbene, bisogna essere chiarissimi sul punto. Se di Agenda Draghi si vuol continuare a parlare, bisogna riferirsi non ad un contenuto o ad una linea politica. Tutte queste cose appartengono solo alla viceversa esistente agenda Conte: chiara, palpabile, analitica, con i nove punti, un preambolo e una miriade di interventi e azioni politiche effettive convergenti con essa. L’agenda Conte è l’unica agenda esistente. Il resto è fuffa, vuota retorica, sono titoli sparati, articoli di fede, prese di posizione astratte, cappelli magici da cui vogliono fare uscire ogni sorta di coniglio. L’agenda Draghi non esiste perché non ha alcun contenuto, potendo avere qualsiasi contenuto. Sì, perché l’agenda Draghi non è un contenuto ma un posizionamento. Non è un contenuto da emendare o meno, da condividere o meno, da discutere o meno, ma solo un posizionamento da accettare (complici) o meno (reprobi). Eccola qua l’agenda Draghi. Un astratto e fideistico termine di paragone per creare gerarchie tra amici e nemici.
In quanto posizionamento è pertanto uno schieramento: anti-Conte e anti-5stelle. Questa è stata l’agenda Draghi che si è venuta a creare già durante il governo Conte 2, poi esplosa nel Conticidio 1, e infine rilanciata fino alle sue estreme conseguenze, da marzo ad oggi, arrivando al Conticidio 2, ossia la tempesta perfetta contro i 5stelle per buttarli fuori dalla coalizione. Anzi, prima umiliarli (con tanto di “dita negli occhi”) per buttarli fuori dal governo, poi usare questo come pretesto per buttarli pure fuori dal Campo largo.
Ecco in cosa consiste l’agenda Draghi: è la prosecuzione dell’agenda Renzi con altri mezzi e personaggi. È un dispositivo di lotta: un segnale di fumo che identifica chi sta dalla parte “giusta” della storia – l’ammucchiata santa dei migliori – e chi sta dalla parte sbagliata – Conte e i 5stelle. In questa agenda Draghi viene pertanto pure riabilitato il Fratoianni di turno, perché tanto i nemici sono i 5stelle. Prova ne è che questa agenda Draghi non si determina ancora adesso per contenuti, ma per spartizione di seggi, per quote di potere tra… commensali. L’agenda Draghi infatti è un banchetto: un banchetto per spartirsi poltrone, in vista della successiva spartizione del Pnrr. Ma soprattutto è un banchetto di nozze: per celebrare la nuova Santa alleanza de-grillinizzata. E la stessa questione di Fratoianni di volerne emendare il contenuto è pertanto ridicola: non ha contenuti, essendo solo un patto ad excludendum!
E la sua stessa pietosa richiesta di chiedere-a-Letta-di-riaprire-ai 5stelle è ancor più comica, visto che l’agenda Draghi e l’operazione Draghi nasce, cresce e si compatta proprio come operazione contro i 5stelle. È stata un blitz per creare la tempesta perfetta per buttarli fuori e poi stritolarli, così da renderli completamente ininfluenti nella prossima legislatura. Che non accada più quello che è successo nel 2018: non deve più accadere che vadano al potere tipi come i 5stelle. Devono esserci solo i “servitori” di sempre, al servizio delle élite e dell’establishment. Eccolo qui il senso, l’unico senso della mitica agenda Draghi. E così dicendo gridiamo che il Re è nudo, e l’Agenda pure!
L'articolo L’agenda Draghi non esiste: chi vi si aggrappa lo fa solo per escludere il M5s proviene da Il Fatto Quotidiano.