TRIESTE Nella calda mattinata di ieri Roberto Dipiazza, interpretando una delle sue versioni preferite, ha accompagnato un ospite di riguardo a visitare un immobile di riguardo: Martino Zanetti, patron della Hausbrandt, è interessato a palazzo Carciotti e ha chiesto al primo cittadino di gettare un’occhiata a quell’esplosione neoclassica sulle Rive.
«Con Zanetti - ha riferito il sindaco dopo il sopralluogo al quale ha presenziato anche il direttore generale Fabio Lorenzut - ci rivedremo in settembre». Intanto l’imprenditore trevigiano verificherà possibili alleanze per affrontare i 14,9 milioni di acquisto e i perlomeno 30 milioni per ristrutturare il grande edificio. Zanetti rifletteva sul farne una sede per una fondazione culturale-artistica, Dipiazza rilanciava sulle tante opportunità - albergo, residenziale, commerciale - prospettate dalla vastità dello stabile e dalle possibilità offerte dal Piano particolareggiato del centro storico.
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Era da qualche mese che la vetrina del Carciotti non veniva passata in rassegna. Tra gli ultimi a farsi vivi i tedeschi di Gekko House, un gruppo di Francoforte, che sembrava pronto a versare la caparra da 1,5 milioni ma da aprile a oggi l’acconto non si è ancora visto. Gabriele Ritossa, che ci aveva abituato a qualche colpaccio immobiliare sulla piazza, dice che il Carciotti è troppo caro per impegnarsi, come dimostra l’alto numero di sopralluoghi cui non fanno seguito proposte ufficiali. Le curiosità di serbi, italo-inglesi, milanesi-veneziani si sono fermate ai primi di gennaio.
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Adesso la parola è a Zanetti. L’industriale della Marca aveva acquistato nel 1988 l’antica azienda caffeicola triestina Hausbrandt, che proprio quest’anno spegne 130 candeline. Le attività industriali hanno il quartier generale a Nervesa della Battaglia, dove sorgono l’impianto di torrefazione e il polo logistico da 4400 metri quadrati realizzato per stoccare il prodotto e distribuirlo in una novantina di paesi.
Dopo un 2020 reso pesante dall’effetto Covid, il gruppo ha ripreso fiato nel 2021, durante il quale il fatturato si è attestato a 73 milioni, trainato dalle buone performance della birra Theresianer, del prosecco Col Sandago, dello champagne Martin Orsyn. Metà dei ricavi è legato ai mercati internazionali. Nei programmi di Zanetti il 2022 sarà l’occasione per ritrovare definitivamente lo spunto pre-lockdown
Zanetti è interessato all’arte ed è egli stesso pittore: negli ultimi anni ha esposto i suoi dipinti, ispirati all’astrattismo, a Treviso, a Verona, a Cremona, a Venezia, a Gardone, a Vienna. L’imprenditore è nato 78 anni fa - come rammenta egli stesso - durante un bombardamento dell’aviazione alleata su Treviso, i primissimi contatti con il mondo artistico avvennero per ragioni familiari a Burano, dove il piccolo Martino incrociò personalità illustri come Bruno Saetti e Virgilio Guidi. Ma ben presto, quando aveva 23 anni, dovette dedicarsi all’azienda senza tuttavia staccare la spina dalla passione per la pittura.
Vedremo se questa sarà la volta buona per il palazzo disegnato da Matteo Pertsch a fine ’700. Il Comune ha tentato la vendita all’asta dal settembre 2018 al valore di 22,7 milioni, poi, dopo altri tre esperimenti andati deserti, la quotazione dell’edificio è a 14,9 milioni. A parte l’incredibile vicenda di Gerhard Fleissner, l’imprenditore stiriano che nell’ottobre 2019 si presentò con una caparra del 90% inferiore al richiesto, nessuna offerta è stata finora formalizzata. —