Secondo appuntamento della rubrica dedicata ad amatori e cicloturisti dilettanti, alla scoperta di itinerari sul territorio
Polvere. Ghiaia che scricchiola all'incedere della bici. Un giro ombreggiato seguendo la sponda sinistra del Ticino. Infine il ponte di barche, dove mangiare una piadina nei chioschi vicini (e riposare un po') prima di volgere i pedali verso Pavia.
È il cosiddetto anello di Bereguardo: itinerario circolare con buona presenza di sterrato nella prima parte. Piacevole e poco tecnico, è un giro accessibile anche con la canicola della torrida estate 2022, perché gli alberi abbondano nel parco fluviale. In questo articolo vi proponiamo una delle tante interpretazioni possibili dell’itinerario che è un vero classico per i ciclisti pavesi. Si chiude in circa tre ore e prevede un ritorno tra asfalto e strada bianca.
Un’accortezza: dato il tipo di terreno, non consigliamo il percorso alle city bike.
Questa è la seconda puntata della rubrica la Provincia in bici, appuntamento settimanale di guide, consigli e itinerari di viaggio per scoprire il territorio della provincia di Pavia (e non solo) al passo cadenzato della propria gamba. Senza agonismi né velleità sportive, ogni settimana una nuova uscita dedicata ad amatori e cicloturisti alle prime armi, con suggerimenti per escursioni giornaliere a impatto zero.
Partiamo dal ponte coperto. Diamo le spalle ed entriamo nel parco del Ticino. Superate il ponte della Libertà, poi lasciate che l'abbraccio della natura vi avvolga, mentre vi allontanate da cemento e smog. Seguite in modo ideale il sentiero che si dipana sotto gli alberi seguendo la conca del fiume, tra ponticelli di legno all'inizio e qualche tronco abbattuto dal vento, Aggiratelo, di solito a sinistra o a destra viene aperta una giunzione temporanea per non interrompere la via. Se siete già stanchi potete anche fermarvi sulla spiaggetta di sassi che prima o poi incontrerete: un posto perfetto per contemplare lo scorrere placido delle (poche) acque fluviali rimaste. Attenzione ai tanti rami affioranti dal sentiero.
Consiglio: chi scrive ha un pessimo senso dell'orientamento e non è che la segnaletica nel parco brilli per chiarezza. Tenete d’occhio il navigatore. Vi suggeriamo di di scaricare il percorso e di monitorarlo col cellulare. Quello raccontato qui è un percorso medio per punti salienti, il parco è molto bello è il consiglio è quello di perdervi con consapevolezza.
Torre d'Isola. Usciamo dal parco del Ticino utilizzando il sentiero che costeggia il campo da golf. Il rettilineo è abbastanza veloce ma occhio ai tanti camminatori che passano da lì. Una breve salita vi riporterà sull'asfalto. La strada non è ad alto scorrimento, ma prestate comunque attenzione. Superato il piccolo centro alle porte di Pavia, svoltate a sinistra seguendo le indicazioni. Arriverete in uno dei punti più belli dell'itinerario passando da una risaia: il piccolo panorama che si apre sul Ticino.
Avvertimento. In questo periodo, la qualità dei sentieri cambia di continuo. Siccità ed erosione dei percorsi rendono il fondo molto variabile, con smottamenti che a volte stringono il sentiero sterrato. Alcune cartelli indicano poi strade ormai impercorribili, quindi attenzione. Al di là dei nostri suggerimenti (e quelli del navigatore, l’itinerario proprosto è stato percorso più volte da chi lo racconta) ponete sempre attenzione a dove mettere le ruote.
Punto panoramico. Questa è senza dubbio la foto da postare sui social una volta tornati a casa. Il sentiero rialzato, gli argini spioventi, le conche di sabbia viste dall'alto danno l'impressione che il fiume di incanali in un piccolo canyon, lasciandosi ammirare da un punto d’osservazione privilegiato. Insomma, un posto avvero magico dove fare una piccola pausa, anche se le condizioni del Ticino (e del sentiero) lasciano un po' l’amaro in bocca.
Ecco la vista:
Guado. Con fiume sulla sinistra, salutiamo a malincuore lo scorcio meraviglioso. Seguite il sentiero, che si farà più stretto man mano che vi avvicinerete a un piccolo guado, prima aprirsi in una piccola radura ombreggiata. Si può attraversare in due modi: con la bici in spalla (e voi sui tronchi lasciati a terra) oppure con un sonoro tuffetto senza scendere dalla sella. Puerile, ma divertente.
In ogni caso, a voi la decisione. Proseguite e ne troverete un altro, dove è stato improvvisato un piccolo ponticello di legno. Il sentiero proseguirà poi radente al Ticino, prima di risalire e farvi attraversare l'autostrada da un sottopasso. Sopportate le vibrazioni un altro po': tra poco si torna su asfalto.
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Ponte di barche. All'attraversamento di scafi si arriva dopo aver percorso un altro su strada divertente e veloce. Se volete, lasciate riposare le gambe e fate che sia la gravità a compiere il lavoro per voi. Il ponte di barche è preceduto da alcuni chioschi: è l'occasione per rifocillarvi e ricaricare le riserve d'acqua. Poi si può attraversare il fiume, su un ponte che in questo periodo versa in condizioni pessime. Ma rimane un bel traguardo.
Ritorno
Superate il ponte di barche e guardate a sinistra, dovreste vedere una strada bianca: il tratto pavese della ciclovia E1, una delle più lunghe d’Europa. Percorretelo il direzione sudovest. Per gli ultimi 13 chilometri si passa su asfalto. Si torna a Pavia per la strada del Canarazzo, e arrivati a piazzale Ghinaglia il tour può dirsi concluso.
Alla prossima settimana.
