TRIESTE Alla soglia dei 33 anni, Piero Codia mantiene l'entusiasmo di un ragazzino. La medaglia d'oro conquistata ai recenti mondiali di Budapest gli ha dato carica e motivazioni per affrontare con il giusto spirito la preparazione per i campionati europei che partiranno il prossimo 11 agosto a Roma. Era tornato a Trieste, dopo la lunga parentesi con l'Aniene, proprio per ridare slancio a una carriera che sembrava essersi presa una pausa. L'aria di casa e l'ottimo lavoro svolto con Matteo Bianchi, direttore tecnico della Trieste Nuoto, ha pagato dividendi importanti. A dimostrazione che anche a Trieste, qualche volta, "se pol".
«La qualificazione a mondiali ed europeo non se l'aspettava nessuno, non era facile e per nulla scontata- racconta Codia- assieme a Matteo abbiamo raggiunto un risultato importante e questo è motivo di grande orgoglio. Quella di Budapest è stata un'esperienza positiva, tra le più importanti e belle della mia carriera. Mi sono ritrovato a essere il più grande della spedizione azzurra con il carico di responsabilità che questo ha comportato. Se devo ragionare a mente fredda potevo fare qualcosa di più, purtroppo sia nei 50 che nei 100 farfalla non sono riuscito a esprimere le potenzialità e i tempi che avevo dimostrato di valere».
Un' esperienza servita nel lavoro di avvicinamento ai prossimi Europei. «Con Piero, più che sulla quantità, abbiamo puntato sulla qualità degli allenamenti- racconta Matteo Bianchi -. Per migliorare i dettagli e riuscire a colmare le lacune. Lavoriamo insieme da un anno, un tempo che in termini natatori è davvero insignificante. Eppure tra noi si è creato grande feeling, un rapporto di fiducia che ci ha permesso di superare molti ostacoli. Negli ultimi quaranta giorni, grazie alla sua versatilità, abbiamo cambiato il movimento in aria e l'ingresso in acqua, un lavoro che gli ha consentito di guadagnare alcuni decimi nei primi quindici metri».
Si riparte, dunque, con la convinzione di poter fare bene nella imminente rassegna continentale, in quello che potrebbe essere l'ultimo appuntamento importante di una carriera che lo ha visto protagonista a una edizione dei giochi olimpici, sei campionati mondiali, cinque campionati europei e che a Glasgow, nel 2018, lo ha visto laurearsi campione nei 100 delfino con il tempo di 50"64, crono che resta tutt'oggi il record italiano sulla distanza.
«Se parliamo di obiettivi- conclude Codia- direi che in questi Europei punto a migliorare il tempo sia nei 50 che nei 100 farfalla. Il che significa provare a scendere sotto i 23'4 nella distanza più breve e sotto i 51"6 in doppia vasca. La condizione c'è, la voglia di far bene anche. Credo di aver dimostrato che, anche a quasi 33 anni, ho ancora voglia di lottare e dare il massimo». Riuscirci vorrebbe dire centrare con grande probabilità l'accesso alla finale in entrambe le specialità e riprendersi il posto nella staffetta mista che a Roma, dopo l'exploit di Budapest davanti a Stati Uniti e Gran Bretagna, partirà da favorita per andare a caccia di una nuova medaglia d'oro. —
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