Sono 16 le bambine ucraine ospitate nelle strutture dei padri dehonian e dalla società sportiva Blukippe
PADOVA. Le farfalle di Leopoli tornano a casa. Cinque mesi che queste bambine si porteranno custoditi nel cuore per tutta la loro vita. Le 16 piccole ginnaste ucraine arrivate lo scorso marzo a Padova da Leopoli ospiti della società sportiva Blukippe, torneranno oggi a casa per riabbracciare i loro genitori, nonostante il conflitto che sta opprimendo l’Ucraina dallo scorso 24 febbraio sia purtroppo ancora in corso.
Cinque mesi in cui le 16 bambine - farfalle che nell’impianto di Salboro hanno potuto volare libere lontano dalla guerra - sono state ospitate nella struttura dei Padri dehoniani di via Bembo, che hanno spalancato le loro porte per accoglierle. A prendersene carico è stata poi la società di ginnastica Blukippe insieme alla straordinaria solidarietà delle famiglie che orbitano attorno a questa realtà sportiva.
Tutto è iniziato grazie a Svitlana Moskalyuk, allenatrice ucraina della Blukippe che insieme al presidente Diego Lissandron all’inizio dell’invasione ha preso contatto con la società di ginnastica dove era cresciuta facendo scappare dalla guerra queste 16 bambine. «In questi mesi hanno potuto studiare e allenarsi al sicuro dalle barbarie del conflitto, e nei fine settimana hanno potuto fare anche attività di svago grazie alle famiglie delle nostre atlete» racconta Svitlana.
«Hanno fatto pigiama party, gite al mare, in montagna o in piscina: la vita normale che dovrebbe fare ogni ragazzina della loro età. Bambine italiane e ucraine nonostante la difficoltà della lingua hanno stretto una forte amicizia. Questo legame ha arricchito molto le nostre bambine che hanno imparato a conoscere concretamente cosa vuol dire essere solidali col prossimo. A volte le ragazzine ucraine si mettevano a piangere perché sentivano i bombardamenti durante le chiamate con i genitori: le loro amiche italiane erano le prime ad andarle a consolare».
Ora a Leopoli c’è una situazione sospesa: è una città vicina all’Europa e quindi più sicura di altre, ma rimane sotto il tiro dei missili russi posizionati in Bielorussia. «Se la situazione dovesse precipitare loro sanno che comunque noi siamo qui pronti ad accoglierle di nuovo: ringrazierò per sempre gli italiani per la solidarietà che hanno riservato al mio popolo».
«Sono stati cinque mesi intensi per la Blukippe e per queste ragazzine che qui hanno trovato una salvezza meravigliosa» commenta l’assessore allo sport Diego Bonavina. «Ma Padova sappiamo che è questo, è una città accogliente e piena di solidarietà. Sono convinto che queste bambine si ricorderanno di questo aiuto per tutta la vita: grazie quindi alla Blukippe che ha tenuto alto il nome della nostra città». «Per noi è stato naturale accogliere queste bambine» aggiunge Padre Marino Bano, referente dei dehoniani.
«Abbiamo collaborato offrendo i nostri spazi e per noi, che siamo anche un po’ anziani, è stata una bellissima esperienza perché hanno animato con i loro sorrisi la nostra quotidianità».
«Ospitare queste bambine è stata una esperienza di una bellezza commovente» racconta infine Alice Azzalini, una delle mamme coinvolte dalla Blukippe. «Ci ha impressionato la loro straordinaria educazione e gentilezza, e siamo sicuri che convivere con loro sia stata un’esperienza molto formativa anche per i nostri figli che hanno imparato cosa vuol dire accogliere chi è in difficoltà. Noi le abbiamo aiutate, ma anche loro ci hanno dato tantissimo».
