GORIZIA “Ai tre soldi goriziani” si potrà continuare a mangiare e bere regolarmente. Non cessa l’attività del locale di corso Italia, contrariamente a quanto volevano le indiscrezioni che, già da tempo, si facevano largo.
Adriana Roasio, peraltro, non le negava: anzi, era stata proprio lei a generarle, informando i propri clienti, di volta in volta. Il chiacchiericcio aveva fatto il resto. Inevitabilmente. In fondo, la notizia della chiusura non poteva lasciare indifferenti: è pur sempre un simbolo della ristorazione cittadina, non un locale qualsiasi. Centralissimo, raffinato, spazioso. Tutto era pronto, allora, per la sua vendita.
La signora Adriana, modenese d’origine, la desiderava: aveva ricevuto un’offerta conveniente e lei, che sarà ottantenne l’anno prossimo, non nega una certa stanchezza. «Il lavoro mi piace ancora – ammette – ma riconosco di essere stufa. A livello umano le soddisfazioni non mancano e anche dal punto di visto economico non posso lamentarmi, anche se i coperti, prima del Covid, erano 120 e ora sono ridotti a 80-90. E poi Gorizia mi ha dato molto. Di recente, per esempio, sono stata nominata socia del Lions Club Gorizia Host. Quindi, il mio impegno è stato ancora una volta riconosciuto, ma troppo spesso mi trovo a lavorare 15-16 ore al giorno: di solito, comincio alle 6.30 e vado avanti fino alle 15; riprendo alle 17.30 e vado avanti fino a tarda sera. Insomma, è davvero pesante».
Ecco perché la sua intenzione, da un po’ di tempo a questa parte, era di lasciare tutto: di ritirarsi, di godersi la pensione, il meritato riposo. Non solo c’era già un acquirente, ma era già fissato l’appuntamento da un notaio per formalizzare la cessione. Nulla da fare, però. L’operazione non si è concretizzata e la signora Adriana è contenta così. Perché, ad abbandonare il suo locale, avrebbe versato più di qualche lacrima. Sono 26 anni che lo gestisce.
In precedenza, aveva fatto molte altre esperienze in città nel settore della ristorazione, anche assieme al marito Giulio Michelini, scomparso nel 2010: al ristorante Kappa, interno a quello che era il Palace Hotel, al ristorante Centrale e, prima ancora, alla trattoria Al Lepre Bianco, in via delle Monache. Sono molti i clienti famosi che Ai tre soldi ha potuto servire: da Silvio Berlusconi a Carla Fracci, da Milva a Uto Ughi.
«Per Gorizia, la Capitale Europea della Cultura può rappresentare un momento d’oro se la politica si dimostrerà in grado di sfruttarlo», dice ancora. Al momento ha ritirato il locale dalla vendita. Almeno per ora.
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