A far paura anche il rischio blackout
TRIESTE L’incendio ha mandato in tilt anche centinaia di prenotazioni negli alberghi di Trieste, facendo giungere disdette, cancellato posti a tavola nei ristoranti e ridotto i clienti nei negozi. «Da martedì c’è stata una riduzione degli incassi del 40% – testimonia Giuseppe Faggiotto, titolare degli storici Caffè degli Specchi, Tommaseo e La Bomboniera – e mercoledì sera il concerto organizzato nel nostro dehors in piazza Unità ha registrato la metà delle presenze abituali».
Ieri mattina peraltro dagli stessi tavolini degli Specchi era ben visibile la coltre di fumo che si avvicinava sempre di più a Trieste, fenomeno osservato dai turisti con un mix di curiosità e preoccupazione.
«Le notizie su un incendio di così vasta portata diffuse a livello nazionale, con una Trieste definita isolata – spiega il presidente di Federalberghi Trieste Guerrino Lanci –, hanno inevitabilmente spaventato chi doveva arrivare in città, tanto da far pervenire delle disdette per i prossimi giorni nelle strutture ricettive. E anche molti visitatori che avrebbero comunque voluto soggiornare in città, non hanno materialmente potuto farlo visti i problemi alla viabilità». Per il presidente di Federalberghi, appena l’allarme sarà rientrato e la situazione normalizzata, «è importante che arrivi dalle istituzioni un messaggio forte, che raggiunga i canali di informazione nazionali e rassicuri chi vuole arrivare nella nostra città».
Per motivi diversi, sta accadendo quello che si era verificato alla notizia delle imponenti manifestazioni No Green pass in città. Anna Calcara, responsabile del residence Calcara Family Aparthotel, riferisce che, dallo scoppio dell’incendio, «si è scatenata una sorta di panico tra chi ha già prenotato per i prossimi giorni una camera, e sono iniziate a piovere telefonate e mail che chiedevano informazioni e rassicurazioni. Da quando è stato riaperto un tratto dell’autostrada A4 – conclude –, gli animi si sono calmati».
A non arrivare in città sono stati anche turisti che alloggiano a Grado e Lignano, e che raggiungono in giornata Trieste per fare shopping, andare per locali, visitare musei. «I pranzi, soprattutto nelle giornate di martedì e mercoledì, hanno subito una flessione anche a causa del mancato arrivo in città di molti pendolari – evidenzia Bruno Vesnaver, presidente regionale Fipe –. Le cene invece non hanno subito particolari flessioni grazie ai turisti già presenti in città e ai triestini che a mangiar fuori non rinunciano. A farci preoccupare, lavorativamente parlando, è stato piuttosto il rischio blackout. Comunque, di fronte alla gravità di quanto sta accadendo, questi sono i problemi minori».
«Anche nei negozi, soprattutto mercoledì, si è notato un rallentamento del lavoro e qualcuno ha chiuso con una mezzora di anticipo anche temendo blackout», testimonia Elena Pellaschiar di Confcommercio.
Conferma di aver registrato parecchie disdette anche lo chef Luca Morgan della Chimera di Bacco: «Purtroppo le notizie sull’incendio hanno creato molta preoccupazione. Clienti austriaci mi hanno chiamato chiedendo se davvero Trieste rischiava di restare senza luce e acqua, preferendo rimandare il loro arrivo in città. Una delegazione estera che aveva organizzato una cena per venti commensali è rientrata a casa in anticipo, preoccupata anche dalla coltre di fumo che vedeva in lontananza. Dei manager milanesi, a loro volta, hanno disdetto i tavoli prenotati posticipando la loro missione a Trieste». —
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