TREVISO. Acqua, arriva la stretta sui consumi per chi attinge ai canali del consorzio di bonifica Piave. L’autorità idrica di Montebelluna ha aperto una doppia campagna per risparmiare la preziosissima risorsa idrica che arriva nei canali consortili.
Da un lato i primi provvedimenti di restrizione all’utilizzo del bene, dall’altra una iniziativa di sensibilizzazione, con nato di avvisi, manifesti e locandine che saranno affissi nei paesi e nei grandi centri. Inviteranno esplicitamente, in tono molto fermo e severo cittadini e utenti ad un più corretto e razionale utilizzo di una risorsa primaria minacciata dalla siccità, dal cambiamento climatico, da quest’estate torrida e con ben poche precipitazioni.
IL PRIMO PACCHETTO
Tre le linee guida che il Consorzio avrebbe deciso di adottare.
La prima è il rigorosissimo utilizzo dell’acqua a fini irrigui negli orari e nelle misure assegnate, contro ogni violazione e la piaga dei “furti d’acqua” che sono stati segnalati nelle scorse settimane.
La seconda, all’interno degli orari da rispettare, riguarda il divieto di ogni spreco, o di ogni altro consumo idrico che ecceda il fabbisogno reale.
La terza è la stretta per chi vuol bagnare orti e giardini: i prelievi saranno limitati a giorni alterni, e per non più di un’ora.
Tutto con adeguata campagna di informazione e sensibilizzazione. Chiarissimo l’intento del Consorzio montebellunese, presieduto da Amedeo Gerolimetto e diretto da Paolo Battagion: rubinetti aperti, in questo periodo, solo per la strettissima necessità.
In agricoltura, ovviamente, Ma anche un richiamo a chi pesca acqua dai canali per usi più disparati. E certo, sussiste il problema degli usi come il lavaggio dell’auto, dei selciati, di cortili e altro, anche per i cittadini che pescano dalla rete idrica di Ats o di Piave Servizi.
BACINI, PREOCCUPA IL MIS
Come si è arrivati a questa decisione? Gli ultimi dati sulla disponibilità idrica dei bacini alpini da cui si preleva l’acqua per la Marca sono allarmanti.
In particolare il lago del Mis, nel comune di Sospirolo. che è la grande cisterne della Destra Piave e delle imprese agricole: sarebbe già sotto la soglia critica del 50%, e in assenza di precipitazioni potrebbe svuotarsi nel giro di sue settimane, forse già a fine mese.
Migliore – per quanto solo relativamente – lo stato dell’acqua il lago di Santa Croce, oltre il Fadalto, il maxi-serbatoio che rifornisce invece i campi della Sinistra Piave. Si attesta buoni livelli, pur risentendo della scarsità di precipitazioni.
È il bollettino che i vertici del Consorzio hanno illustrato nelle ultime settimane alle categorie interessate, non solo del mondo agricolo, e agli amministratori pubblici, per aggiornare su quella che si profila come un’emergenza con ben pochi precedenti nella storia recente del nostro territorio. «La situazione è critica, e potrebbe diventare drammatica nel giro di pochi giorni», è stato il refrain del Consorzio.
Non solo: non ci sarebbero allo stato disponibilità alternativa per aumentare la dotazione e le riserve.
IL DOPPIO PRESSING
Una risposta a chi preme per andare ad attingere acqua anche al lago di Revine (o ad altri bacini montani di aree dove ha piovuto). E a chi, come il mondo agricolo, chiede di poter derogare, sul flusso del Piave, allo standard ecologico minimo di flusso idrico fluviale imposto dalla Ue, che ha via via intaccato la parte destinata in precedenza a fini irrigui. «Sarebbe sufficiente, per questa stagione, che venisse ripristinato il parametro del 2021», dicono numerosi imprenditori agricoli.
E c’è un altro fronte che preoccupa tutti: le falde. Il consorzio Piave le sta attentamente monitorando e ieri ha diffuso l’ultimo bollettino ai comuni della Marca «Siamo sotto i mini storici, persino al di sotto della linea della risorgive».