BELLUNO. La stagione turistica è in grande spolvero. E lo sarà ancora di più fra qualche giorno. «Tra fine mese e l’inizio di agosto», annuncia Walter De Cassan, presidente di Federalberghi, «riceveremo i ristori delle chiusure invernali di un anno e mezzo fa».
La somma destinata al Veneto è di 34.843.305 euro per le imprese turistiche che si trovano all’interno dei Comuni ubicati nei comprensori sciistici.
In provincia di Belluno arriveranno circa 27 milioni, distribuiti tra alberghi, ristoranti, bar, rifugi, altre attività, anche professionali. La ricettività alberghiera riceverebbe circa mille euro a posto letto.
«Tiriamo un grosso sospiro di sollievo», sottolinea De Cassan, «perché molti di noi hanno rischiato addirittura il default con le chiusure. Abbiamo perso perfino il nostro personale che è andato a lavorare altrove e che, con grande difficoltà, stiamo recuperando».
Lo stanziamento messo a disposizione dalla Regione del Veneto da parte del Ministero del Turismo – ricorda l’assessore regionale Federico Caner – fa parte dei 700 milioni del fondo per la montagna, poi aumentati a 800 milioni, che le Regioni avevano chiesto a gran voce nei mesi scorsi. Del totale, 330 milioni euro erano stati destinati proprio per le imprese turistiche alpine.
La “boccata di ossigeno” arriva in un momento quasi “magico” per il turismo dolomitico: «Stiamo recuperando alla grande. Oggi siamo su una copertura che va dal 50 al 60%, ma nelle due settimane di ferragosto registreremo il tutto esaurito», è quanto prevede De Cassan. «Non solo, abbiamo prenotazioni per settembre che prolungano la stagione fino a ottobre. C’è tanta voglia di vacanza, di aria aperta, di montagna».
Gli stranieri sono ritornati alla grande, dai cecoslovacchi ai tedeschi, dagli inglesi ai francesi, dagli spagnoli ai belgi. Non manca perfino qualche russo. Ogni settimana più numerosi gli americani. E poi i sud coreani, i giapponesi e a Cortina anche qualche cinese. Gli arabi? Una lieta sorpresa.
Pare che il Giro d’Italia stia facendo da traino a tanti appassionati di ciclismo: «Arrivano cicloturisti dall’Austria, dalla Germania e da altri paesi con le foto della tappa del Giro sulla Marmolada, il Pordoi ed il San Pellegrino», informa Lucia Farenzena, presidente del Consorzio turistico Marmolada, «e ci chiedono ogni informazione per fare quest’esperienza. Va di moda (anzi, è più di una moda) il turismo esperienziale, emozionale».
La Marmolada, appunto. La funivia è aperta fin lassù, a Punta Rocca. Unica limitazione, i visitatori non possono metter piede oltre la terrazza panoramica. «Purtroppo scontiamo le conseguenze delle informazioni allarmanti sulla “chiusura della Marmolada”, cioè di tutta l’area, mentre era inaccessibile solo il ghiacciaio», evidenzia, preoccupato, Maurizio De Cassan, albergatore di Malga Ciapela.
A tirare il mercato, soprattutto straniero, è il sito Unesco, cioè le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità. «La permanenza ormai scende sotto la settimana, perché il turista è sempre più mobile ed abbiamo riscontrato numerosi visitatori dei siti Unesco. Tanti arrivano quassù dopo aver fatto due giorni a Venezia, un giorno sulle Colline Unesco del Prosecco, e qui si fermano per altri due o tre giorni», precisa De Cassan.
Permanenze più lunghe, invece, negli alloggi, dove si arriva anche alla settimana. «Si tratta spesso di famiglie, di coppie, ma anche di ospiti molto esigenti, nel senso anzitutto culturale del termine», puntualizza Farenzena, «che delle Dolomiti vogliono sapere proprio tutto».
Doppio sospiro di sollievo, dunque, per gli operatori, che già si interrogano su quale “eredità” l’estate lascerà alla prossima stagione invernale. «Ci stiamo preparando a un vero boom»», ammette Marco Grigoletto, presidente dell’Anef Veneto, «soprattutto se la pandemia, grazie al vaccino, ci permetterà di sciare senza il green pass e altre limitazioni. Sempre, comunque, pronti ad adottarle, se necessario».