ROMA.Prima una sforbiciatina. Poi una bella scorciata, soprattutto per chi sta bene pur essendo contagiato. Il piano per rivoluzionare le regole della quarantena c’è già. Lo hanno messo nero su bianco le Regioni nel documento presentato al ministero della Salute, dove i tecnici ne condividono lo schema, anche se il ministro Roberto Speranza intende procedere con molta prudenza e gradualità, perché in questo momento, sostiene, non bisogna assumere decisioni che possano essere erroneamente interpretate come un segnale di allentamento dell’attenzione. Perché il virus avrà anche iniziato la sua discesa, ma questa sarà più lenta della salita e pertanto la circolazione virale è destinata a mantenersi su livelli ancora alti per un paio di settimane. Ma la circolare che taglia l’isolamento domiciliare dei positivi negativi al tampone è già scritta e verrà promulgata la prossima settimana, se non prima.
Oggi, dopo un tampone positivo, devono passare minimo sette giorni prima di poter tornare in libertà, sempre che un altro test accerti che ci si è negativizzati. Ma con Omicron 5 molti non hanno accusato sintomi o comunque ne hanno avuti di lievi, scoprendo di essere positivi dopo diversi giorni. Inoltre, secondo l’Ordine dei medici, con la variante oggi dominante sono in aumento coloro che risultano positivi al test solo alcuni giorni dopo la comparsa dei sintomi. A quel punto in parecchi casi ci si negativizza in meno di una settimana, ma si resta comunque intrappolati in casa fino alla scadenza dei sette giorni. Le regole cambierebbero invece così: chi non ha più sintomi da 48 ore e risulta negativo a un tampone eseguito comunque in farmacia, all’Asl o dal medico, potrà uscire subito dall’isolamento.
Del resto, in diversi Paesi occidentali hanno fatto anche di più. In Spagna e Regno Unito per i positivi non è più previsto l’isolamento. In Usa, Germania (con autotest finale), Svezia e Austria i giorni di quarantena sono invece ridotti a cinque. La circolare dovrebbe ridurre anche il tempo di isolamento massimo di 21 giorni previsto per i contagiati che tendono a non tornare negativi pur avendo una carica virale così bassa da renderli di fatto non contagiosi. Il limite potrebbe essere abbassato a 15 giorni, se non a 10, come chiedono le Regioni.
Questo per ora. Ma tanto i governatori quanto gli esperti ministeriali stanno mettendo a punto un «piano B» per l’autunno, quando tutto lascia prevedere l’arrivo di una nuova ondata che potrebbe essere più alta di questa, visto che il clima rigido aiuta la diffusione dei virus respiratori, che Sars-Cov-2 incrocerà il suo cugino influenzale e che forse potrebbe essere diventata predominante la più contagiosa Ba.2.75, ribattezzata «Centaurus».
Già con Omicron 5 in questo momento abbiamo ufficialmente un milione e mezzo di italiani dichiarati dal Covid inabili al lavoro e a qualsiasi altra attività. Ma chiusi in casa sarebbero in realtà due milioni, se non di più, calcolando il sempre più esteso ricorso ai tamponi fai da te, che non fanno emergere i clandestini della positività, i quali in non pochi casi però a letto per i sintomi ci finiscono lo stesso. Già con i numeri odierni i servizi essenziali sono stati messi alle corde. Gli ospedali hanno ripreso a procrastinare ricoveri e interventi meno urgenti, i trasporti hanno accusato difficoltà a reperire il personale necessario e a Roma giorni fa uno dei tanti incendi ha smascherato le carenze di organico dei vigili del fuoco. In autunno la situazione potrebbe però peggiorare e mettere in ginocchio anche la scuola, dove si preannuncia una ripresa difficile per la solita penuria di insegnanti.
Lo schema che hanno in mente le Regioni e i tecnici della Salute per non incappare in un autunno caldo sarebbe questo: da un lato abrogare del tutto la quarantena per gli asintomatici, dall’altro inserire per loro l’obbligo di indossare le Ffp2 sempre e comunque nei locali al chiuso, ma anche all’aperto in caso di assembramenti o contatti ravvicinati. E per rendere più cogente il tutto, chi volesse fare il furbo infischiandosene dell’obbligo sarebbe sanzionato sia penalmente che pecuniariamente così come oggi previsto per chi infrange l’obbligo di isolamento domiciliare. Sanzioni, è bene ricordarlo, che prevedono l’arresto da 3 a 18 mesi e un’ammenda da 500 a 5mila euro.
Secondo virologi ed epidemiologi «rigoristi», questa svolta favorirebbe un ulteriore dilagare del virus, poiché anche gli asintomatici sono contagiosi. A giudizio degli esperti «riformisti» si otterrebbe invece una limitazione del danno, facendo indossare le Ffp2 a chi oggi se ne va da positivo tranquillamente in giro senza alcuna protezione per non essere individuato. —