GORIZIA Si era incredibilmente salvato da un gravissimo incidente stradale quando aveva 24 anni. Walter Pappalettera era una sorta di sopravvissuto. Quasi un miracolato.
Era il marzo del 2005 quando al volante di una Fiat Seicento con la quale stava percorrendo l’allora raccordo autostradale Gorizia-Villesse (oggi A34) in direzione di Gradisca, ha avuto l’incidente. Nel superare la vettura che lo procedeva si era visto tagliare la strada da quella stessa automobile, a sua volta, uscita in sorpasso. Chi era alla guida non si era accorto del sopraggiungere della Seicento. Pappalettera aveva sterzato bruscamente verso sinistra nel disperato tentativo di evitare lo scontro e ce l’aveva anche fatta, ma, a quel punto, aveva perso il controllo della vettura. In quel tratto, allora, non era presente il guardrail spartitraffico e la Seicento aveva invaso la carreggiata opposta proprio nel momento in cui stava arrivando un camion. Lo schianto era stato violentissimo. L’utilitaria si era accartocciata su se stessa: la parte anteriore e quella posteriore si erano piegate verso l’interno, il tetto si era spezzato in due, gli pneumatici erano scoppiati e le portiere si erano staccate. A estrarre Pappalettera da quell’ammasso di lamiere contorte erano stati i vigili del fuoco, intervenuti sul posto assieme a una pattuglia della Polizia stradale e ai sanitari del 118.
A vedere quella scena, nessuno avrebbe scommesso sul conducente della Seicento. A tutti era sembrato impossibile sopravvivere a quello scontro. Pappalettera era stato caricato sull’eliambulanza fatta accorrere sul luogo dell’incidente e trasportato all’ospedale di Udine. Nel nosocomio del capoluogo friulano, il giovane però era rimasto soltanto qualche ora: il tempo di effettuare degli accertamenti. I medici avevano riscontrato solo alcune contusioni al capo e alla schiena e l’allora 24enne aveva potuto fare ritorno a casa, proprio nell’appartamento al civico 115 di via Garzarolli dove ancora viveva. «Ancora adesso - aveva raccontato ai giornalisti nel giorno del suo compleanno - stento a credere di esserne uscito soltanto con qualche graffio». La mamma Angela aveva aggiunto: «Sono devota a Padre Pio e credo che sia stato proprio lui a salvare mio figlio. È stato un miracolo». Il miracolo di 17 anni fa, purtroppo, non si è però ripetuto domenica pomeriggio.
Nipote dell’impresario edile Salvatore Cumbo, Walter Pappalettera era anche un amante dei motori. Da giovane aveva corso con la moto da cross con i colori del Moto club “Pino Medeot” di Gorizia e le due ruote erano rimaste tra le sue passioni. Proprio il nonno Salvatore, prima di morire nel 2010, l’aveva aiutato ad acquistare l’edicola tabacchi di via Veniero, di fronte alla chiesa di San Rocco. Walter l’aveva gestita per alcuni anni con l’aiuto del padre Giuseppe, fino a quando, nel 2013, aveva deciso di cedere l’attività. «Quando ha venduto ha detto che voleva dedicarsi di più alla famiglia. Non ci sono stati problemi nel passaggio di proprietà. Non era certo un cattivo ragazzo», raccontano gli attuali titolari dell’edicola.S.B.