CASTELFRANCO. Torna in auge il progetto di rigenerazione urbana dell’area Radioindustrie Fracarro, un investimento complessivo da 60 milioni di euro che porterà alla creazione di un quartiere residenziale e di servizi a pochi metri dalle mura, ma che soprattutto donerà alla città un polmone verde con un grande viale alberato ciclopedonale che collegherà gli spalti delle mura alle sponde del Muson. Il tutto riducendo da 150 mila a 90 mila metri la cubatura prevista dal primo progetto presentato un anno e mezzo fa, a favore di verde (+ 2500 mq) e di superficie permeabile (+3500 mq). A scommettere su questa impresa 21 imprenditori (“Tutti castellani, ma nessun costruttore o immobiliaristi”, si sottolinea) riuniti nel gruppo “Vivere nel Parco” presieduto da Attilio Biancardi.
Il nuovo progetto è stato realizzato dagli stessi professionisti della prima “bozza”, ovvero l’ingegner Paolo Pellizzari e gli architetti Lucio Fior e Paolo Posocco, che hanno optato per nuovi edifici piuttosto che al recupero dei magazzini e delle ex linee produttive delle Radioindustrie, da tempo trasferiti all’estero, anche se rimarrà qui il “cervello” dell’azienda. Il resto dell’area, oltre al verde, vedrà la realizzazione d un’area servizi-direzionale (previsti un supermercato e altri negozi, oltre che uffici), cinque ville di lusso con annesso parco e cinque palazzine per 150 appartamenti, oltre a loft dal prezzo accessibile: un vero e proprio quartiere che potrà ospitare fino a 500 residenti e dove sarà concretizzata una comunità energetica, tra energia fotovoltaica e idroelettrica, quest’ultima generata dal “salto delle muneghe”, ovvero la chiusa delle fosse.
Il nuovo progetto è stato presentato alla commissione edilizia privata dall’avvocato Bruno Barel, coordinatore legale e urbanistico di questa impresa. «Si tratterà - ha detto Barel - della più importante esperienza di rigenerazione urbana in Veneto, realistica e fattibile subito, grazie alle leggi regionali 14/2017 e 19/2021 che semplificano le procedure, e quindi anche la rapidità sarebbe un fiore all’occhiello. Sei mesi possono essere dedicati alle “carte”, poi le gru possono subito partire e in tre anni l’opera potrebbe essere compiuta. Sono le leggi ad indicare i tempi: ma come sempre tutto dipende anche dalle persone. Se si vuole, si può».
L’area è contigua a quella delle Clarisse dove è in corso un altro insediamento residenziale. «L’obiettivo - ha continuato Barel - è rivitalizzare il centro riportando residenti e lavoro, e aggiungendo qualità di vita. Non solo per chi ci abita ma per tutti i castellani». Il riferimento è alla “dominante verde” che caratterizza il progetto, mentre non sarà cancellata la storia di questo storico insediamento industriale: «Sarà usufruibile in forme diverse dal passato- conclude Barel - Ad esempio le pensiline diventeranno percorsi coperti all’interno del quartiere: che, sottolineiamo, sarà aperto, non chiuso alla città».
