Stando alle immagini delle telecamere che si trovano lì vicino, sarebbero stati tre ragazzi che hanno divelto i punti di illuminazione posizionati all’interno dell’imbarcazione e che ora le forze dell’ordine cercheranno di identificare
PAVIa
Distrutte dai vandali le luci del barcé posizionato sulla rotatoria di piazzale Ghinaglia. Stando alle immagini delle telecamere che si trovano lì vicino, sarebbero stati tre ragazzi che hanno divelto i punti di illuminazione posizionati all’interno dell’imbarcazione e che ora le forze dell’ordine cercheranno di identificare.
«Dispiace che ancora una volta sia stato danneggiato un monumento tanto caro ai borghigiani», sottolinea Stefano Schinelli, presidente dell’associazione Meistoinburgh che da oltre dieci anni si occupa del Borgo e di quel fiume che da sempre segna le sorti della città.
«Ho presentato un esposto e chiederò agli uomini della polizia locale di visionare le immagini”, aggiuge Roberto Rizzardi, consigliere comunale della lista “Cittadini per Depaoli”, che si era occupato di alcuni interventi di restauro del barcé donato dalla famiglia Bancolini, e aveva provveduto alla verniciatura e ad installare l’impianto di illuminazione.
«Si spera di individuare i responsabili di questo gesto – dice Rizzardi -. Avevo installato un faretto più difficile da manomettere, ma ora dovrò, di nuovo a mie spese, rifare l’impianto, mettendo un sistema di luci a prova di vandali, incivili che entrano all’interno, rovinando anche la vernice che ora dovrò sistemare. Infastidisce molto tutta questa maleducazione e questa mancanza di rispetto nei confronti di un bene pubblico che peraltro potremmo tutelare solo collocando una catena di protezione che potrebbe essere anche pericolosa, vista la posizione del barcé». Quello dell’altra sera è l’ennesimo episodio di danneggiamento dell’imbarcazione simbolo della città e del Borgo, voluta proprio dal Meistoinburgh che intendeva rendere omaggio ad un passato «che non vogliamo dimenticare», spiega Schinelli. «Questa non è la classica imbarcazione a remi e in faggio – aggiunge -. È a motore e in ferro, ma per 80 anni ha navigato sul Ticino e conosce la sua storia e quella dei fiumaroli, delle lavandaie, dei cavatori di ghiaia e dei cercatori di legna. Simboleggia anche quel mondo che noi vogliamo ricordare e onorare. Si tratta quindi di un atto vandalico di estrema gravità commesso da incivili che vanno educati, ma anche puniti per far loro capire l’entità del danno commesso». —
S. Pr.