IVREA. Frammenti mastodontici di un mondo fatto di giganti. Anche Ivrea come Pompei, come Agrigento, come Roma, come Pisa, ma anche Barcellona e Atlanta, li sperimenterà. Arriveranno tra il 18 e il 19 luglio e resteranno fino alla fine di novembre. L’assessora Costanza Casali è riuscita a portare in città le meraviglie di Igor Mitoraj.
Racconta di averlo fatto semplicemente «suonando il campanello» dell’atelier Mitoraj di Pietrasanta in provincia di Lucca, nella Versilia teatro degli ultimi anni di vita del grande artista polacco, dove aveva aperto anche uno studio. D’altronde tra i materiali che avevano acceso la miccia della sua passione, c’è anche il marmo di Carrara. L’atelier di Pietrasanta, allora, era un modo per restare vicino a quella materia così preziosa, che ricordava i fasti di Roma. Il suo è uno dei tanti laboratori di artisti e artigiani che la Versilia ospita ancora. Il salotto eporediese che custodirà le opere di Mitoraj sarà quello di piazza Ottinetti, così grande da assorbire le loro dimensioni, in qualche modo.«Piazza Ottinetti - spiega ancora Casali -, sarà un palcoscenico metafisico dove le opere avranno il loro giusto corollario». Dietro ogni palco, però, per quanto metafisico, c’è sempre una storia. «Quando siamo andati a suonare all’aterier Mitoraj - prosegue Casali -, è stato tutto un susseguirsi di eventi, di contatti, di telefonate. Come sono riuscita a convincerli ve lo racconterò in conferenza stampa: c’entra una lettera che ho consegnato a mano. A volte ci vuole la faccia tosta, se avessi mandato una mail, magari, si sarebbe persa tra le molte altre. Sono un’appassionata di arte e sono da sempre affascinata dalle opere del maestro Mitoraj e spesso vado in vacanza proprio a Pietrasanta. Per me è una vittoria, il fatto che la cittadinanza eporediese possa godere di un valore aggiunto come questo».
E anche se sembra che Ivrea Capitale del libro sia diventata un po’ il prezzemolo della città, che deve essere citata nel contesto di qualsiasi evento comunale, stavolta l’attinenza c’è e come. Perché i due volti senza busto di Hermanos, che raggiungono un’altezza di tre metri per una larghezza più o meno paragonabile, e il busto senza volto di Ikaria Grande, che si staglia fino a sei metri e mezzo, saranno per quattro mesi i Dioscuri che custodiscono il salotto bibliofilo della città. Capaci di suscitare quella meraviglia che spinge verso l’amore per la conoscenza. «Piazza Ottinetti - spiega ancora Casali - è il cuore di Ivrea Capitale del libro, dove c’è la biblioteca, il museo civico e l’installazione delle due statue sarà un messaggio diretto alla progettazione della nuova biblioteca».
D’altronde le storie di miti che Mitoraj racconta con i suoi mastodontici frammenti sono all’origine di ogni conoscenza bibliofila umana. Scrive la giunta in delibera, che le opere si fanno «portavoce delle riflessioni dell’artista sullo scorrere del tempo portando contemporaneamente a riflettere sulla permanenza della natura umana».
Inoltre i soldi per l’allestimento per la rimozione delle opere, oltre alle spese per la promozione, saranno prese proprio dal capitolo di Bilancio “Spese per Ivrea Capitale del libro”.
Si tratta di 38mila dei 500mila euro stanziati come contributo dal ministero dei Beni e delle Attività culturali.
