Attivato il portale per richiedere la nuova Dote della Regione Importi massimi aumentati di 100 euro rispetto all’inizio
TRIESTE Da mratedì 12 luglio le famiglie del Friuli Venezia Giulia possono richiedere la Dote famiglia. La Regione ha attivato il portale per ottenere il contributo da 500 euro a figlio, introdotto dalla giunta Fedriga e incremento di 100 euro rispetto alle cifre ipotizzate.
Si potrà fare un’unica domanda all’anno, caricando online fatture fino a 500 euro per centri estivi, doposcuola, corsi e baby sitter. La somma sarà erogata per ciascun figlio, dalla nascita fino al compimento dei 18 anni, ma sarà dimezzata qualora le famiglie risiedano in regione da meno di cinque anni. L’accesso è basato sull’Isee, che dovrà essere al di sotto dei 30 mila euro.
L’aumento
La novità è l’aumento della cifra a disposizione: l’ipotesi iniziale di 400 euro viene aggiornata a 500 per ogni figlio a carico. Con tre figli si potranno ottenere 1.500 euro di rimborsi. La presenza di una persona con disabilità in famiglia dà diritto a una maggiorazione di 100 euro annui a prescindere dal numero di figli.
Le spese coperte
Il bonus coprirà le spese sostenute nel 2022 per attività sportive e ludiche, centri estivi, baby sitter, gite scolastiche, ingressi per musei, concerti o teatri, doposcuola, corsi di lingue, ripetizioni, percorsi di educazione artistica e musicale. Il portale per presentare la richiesta è stato aperto ieri mattina, ma già sono arrivate le prime domande, a dimostrazione della grande attesa per un aiuto che allevia i costi in una fase difficile per i bilanci familiari.
La domanda
Prima di poter aprire la pratica, bisognerà aver chiesto la Carta famiglia. Tutte le informazioni sono sul sito della Regione, dove si trova anche il portale dove inserire le ricevute dei pagamenti effettuati. Le spese dovranno essere sostenute fra gennaio e dicembre sul territorio regionale. La richiesta potrà essere fatta una sola volta all’anno: le famiglie devono quindi aspettare di aver accumulato almeno 500 euro di uscite per ciascun ragazzo. Fin da subito il sito della Regione offre inoltre un simulatore che permette di fornire i dati del proprio nucleo e conoscere l’ammontare a disposizione.
Il riordino
Con l’introduzione della Dote famiglia la giunta Fedriga ha riordinato una parte delle precedenti forme d’aiuto, dal bonus bebè fino all’abbattimento delle rette dei centri estivi previsto negli ultimi due anni di pandemia. Per la Dote l’assessore alla Famiglia Alessia Rosolen ha stanziato 24 milioni all’anno, che consentiranno un accompagnamento dalla nascita alla maggiore età.
I 500 euro a figlio sono dimezzati per chi risiede in Friuli Venezia Giulia da meno di cinque anni e rivolti a chi vive in regione da almeno due. La misura guarda a una platea potenziale di quasi 58 mila nuclei che contano la presenza di almeno un minore a carico e un Isee inferiore ai 30 mila euro. In totale i ragazzi interessati sono 87 mila, sui 174 mila minori residenti in Fvg: gli altri appartengono a famiglie con redditi più alti.
La giunta
Nella conferenza indetta ieri per annunciare la partenza del nuovo strumento, il presidente Massimiliano Fedriga sottolinea «l’indicazione molto chiara nata a inizio legislatura: fin dal 2018 questa amministrazione ha voluto dare un nuovo assetto alle politiche della famiglia. I risultati si vedono: il Fvg è nei primi posti in Italia per le politiche della famiglia, che garantiscono maggiori diritti alle madri lavoratrici e sono uno strumento di crescita sociale ed economica della comunità. L’occupazione femminile in regione è infatti aumentata di quasi il 10% rispetto al 2019 e, con il 37,3%, il Fvg è sopra la media europea per accesso ai nidi».
Per l’assessore Rosolen, la Dote famiglia «è una misura strutturale e non un bonus una tantum. In questo momento è anche il modo migliore per intervenire davanti all’aumento di costo della vita ed energia. Accompagniamo la crescita del bambino per essere attraenti per i nuclei più giovani che scelgono di insediarsi qui. L’obiettivo è combattere il calo demografico e la povertà educativa, garantendo a tutti i bambini di avere la possibilità di accedere a una serie di servizi e opportunità indipendentemente dal reddito».