CASSACCO. Una reazione imprevedibile. Che il medico di base, chiamato a intervenire dopo l’insorgere dei primi sintomi, non avrebbe potuto mitigare. Per questo motivo il giudice per le indagini preliminari Mariarosa Persico ha archiviato il procedimento a carico del dottor Carlo Peano, medico di fiducia del maresciallo maggiore dei carabinieri Emanuele Calligaris, 46 anni, morto il 16 marzo dello scorso anno.
Il 4 marzo il militare aveva ricevuto la prima dose del vaccino anticovid AstraZeneca. Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Lucia Terzariol, ritenendo la condotta dell’indagato al di fuori dal nesso causale alla base del decesso.
In sostanza, secondo il giudice, Peano non era nelle condizioni di ipotizzare, alla luce dei primi sintomi del malessere di Calligaris, il decorso clinico che ha poi portato alla morte dell’uomo, la cui causa è imputabile a una trombosi del seno venoso cerebrale.
Il 12 marzo il quarantaseienne aveva iniziato ad accusare mal di testa e febbre e per questo aveva deciso di rivolgersi a Peano, suo medico di base, che gli aveva prescritto tachipirina, vitamina C e cinque giorni di riposo.
Tre giorni dopo, con le condizioni di salute ulteriormente peggiorate, Peano si è recato a casa di Calligaris per a visitare l’assistito, suggerendone il ricovero in ospedale, dove è stato accolto in serata. Il giorno dopo, ricoverato in terapia intensiva, è deceduto.
Secondo la moglie del carabiniere, che aveva presentato denuncia dopo la morte dell’uomo, Peano avrebbe sottovalutato le condizioni di salute del marito, consigliando tardivamente il ricorso alle cure ospedaliere.
Una tesi che il giudice e la pubblica accusa non hanno sposato: l’autopsia aveva accertato che come Calligaris fosse a rischio per lo sviluppo di una trombosi del seno venoso cerebrale, affetto da uno stato di ipercoagulabilità ematica che, da latente che era, si sarebbe attivata dopo l’inoculazione del vaccino.
Un episodio imprevenibile e imprevedibile con di sintomi in prima battuta non specifici: per il pm anche in presenza di una diagnosi tempestiva il decesso si sarebbe verificato comunque con un’elevatissima probabilità.
Da qui l’archiviazione del procedimento per responsabilità colposa per morte in ambito sanitario a carico di Peano, deceduto nei giorni scorsi dopo essere caduto a metà giugno da una scala, sulla quale era salito per potare un glicine.
L’avvocato Roberto Mete, che ha assistito la moglie di Calligaris, conferma la volontà di attingere al fondo del Ministero della Salute che indennizza i soggetti danneggiati in maniera irreversibile dalle vaccinazioni.
«Siamo poi intenzionati a effettuare ulteriori approfondimenti medico-legali per valutare l’esperimento dell’azione civile nei confronti della società produttrice del vaccino», sottolinea il legale.
