Il 2021 è stato uno degli anni più neri per gli albergatori, ma la situazione sta cambiando. Merlino (Federalberghi): «Tante richieste per l’Oltrepo, valle Staffora in grande rilancio»
PAVIA. Per gli albergatori pavesi l’estate si apre con una buona notizia: «Stiamo tornando alle presenze turistiche precedenti la pandemia, stando all’andamento di questi mesi. La sfida sarà capire come evolverà il resto della stagione».
A spiegarlo è Giovanni Merlino, presidente provinciale di Federalberghi Pavia. Il 2021 è stato uno degli anni più neri per il turismo in provincia: solo 39mila ingressi a Pavia città, 170mila nelle seicento strutture della provincia. Un dato ben lontano dagli oltre 239mila pernottamenti del 2019, ultimo anno prima del Covid. «Se continua così supereremo i livelli dell’anno passato».
Per la provincia, i primi mesi dell’anno sono fondamentali quanto l’estate. Stando ai flussi turistici analizzati da Polis Lombardia, i picchi turistici sul territorio sono in particolare due: novembre-febbraio e luglio-agosto. Questi i due periodi scelti da chi vuole visitare la provincia, dalla valle Staffora alla Lomellina fino al Pavese, da scoprire anche nell’arco di un week end. «I primi mesi dell’anno non sono stati caratterizzati da chiusure particolari – prosegue il presidente di Federalberghi – e così il lavoro è aumentato, avvicinandosi ai livelli che precedono il Covid». I numeri crescono ma la vocazione “mordi e fuggi” del turismo provinciale rimane la stessa: secondo Polis la permanenza media in provincia è di 2-3 notti, con turisti in ingresso provenienti da altre province (al primo posto)seguiti da Piemonte e Veneto.
Un dato confermato anche dall’esperienza degli albergatori: «Se la pandemia ha avuto un impatto positivo – aggiunge Merlino – riguarda il turismo di prossimità: gli italiani hanno riscoperto la loro ricchezza. Non sono pochi i milanesi che passano qui il week end fuori porta, scegliendo di pernottare in Oltrepo, che è sempre capace di attrarre grazie alla sua vocazione enogastronomica o in Valle Staffora, che sta vivendo una richiesta che non s’era mai vista. Anche la Lomellina sta vivendo una riscoperta».
Per i pernottamenti più lunghi c’è ancora da aspettare: «Si spera che da settembre ripartano eventi consistenti, capaci di attrarre turisti intenzionati a fermarsi per più giorni della media che registriamo». Per trainare la ripresa, secondo Merlino la ricetta è una: puntare sulle qualità del territorio. «La solita camera d’albergo non basta più – aggiunge – bisogna attrarre le persone con l’enoturismo, che è uno dei nostri punti di forza. Far scoprire, cioè, i prodotti tipici della nostra gastronomia provinciale, che non ha nulla da invidiare a quella di alti territori».
Ma la ripresa delle presenze è aggravata dai rincari energetici e delle materie prime, con costi in aumento che hanno riguardato tutti i settori in modo trasversale: «I certi casi parliamo di un raddoppio dei costi di esercizio – aggiunge il rappresentante degli albergatori – con l’energia che è tra le voci di spesa che sono aumentate di più. L’incognita dei costi pesa sui ristoranti e gli alberghi».
C’è poi il problema del personale, difficile da reperire secondo il presidente di Federalberghi: si tratta un fenomeno reale e molto dibattuto, soprattutto sul fronte degli stipendi: le paghe sono spesso al centro della polemica mediatica legata alla penuria di lavoratori: «Si fa fatica a reperire dipendenti – conclude Merlino – specie nel settore turistico, dagli alberghi in Oltrepo ai ristoranti di Vigevano: è un impiego per tutto l’anno da svolgere mentre gli altri si divertono». —