ALTO MANTOVANO. Gare deserte, materiali che mancano, emergenza Covid. Tanti gli ostacoli che stanno rallentando l’avanzamento dei cantieri per la tratta Brescia-Verona della linea ferroviaria ad Alta Velocità. Il risultato? La Tav non sarà pronta per le Olimpiadi invernali del febbraio 2026. L’obiettivo dichiarato, a meno di accelerazioni al momento impensabili, è dunque fallito.
A dirlo un componente della Commissione Infrastrutture del senato, il parlamentare veronese del Pd, Vincenzo D’Arienzo. Al momento non si registrano repliche del commissario governativo per la linea Tav, Vincenzo Macello, né da parte dell’esecutore delle opere, il general contractor, cioè il consorzio Cepav Due.
Ma cosa ha detto D’Arienzo? «Tra cause tecniche, approfondimenti, pandemia e gare deserte, ormai è impossibile che i treni veloci arrivino a Verona Porta Nuova entro la data utile» ha sentenziato.
Il cronoprogramma prevedeva che il secondo lotto costruttivo, autorizzato dal Comitato interministeriale programmazione economica (Cipe) arrivasse all’attivazione completa della tratta fra Brescia e Verona per il febbraio del 2026, a ridosso, quindi, delle Olimpiadi invernali.
«Successivamente, Rfi (rete Ferroviaria Italiana ndr) ha utilmente proceduto con il general contractor ad anticipare l’attivazione entro dicembre 2025 – ha spiegato il senatore Pd – in modo di favorire i collegamenti con Verona, che è base per i trasferimenti verso Cortina. Purtroppo, è intervenuta una serie di eventi sfavorevoli, tra cui la sospensione dei lavori in Lombardia, conseguente alle norme emergenziali connesse alla pandemia Covid-19, alcune modifiche prettamente tecniche che hanno comportato una variante dei lavori già in corso, le recenti eccezionali variazioni dei prezzi dei materiali da costruzioni, oltre che le difficoltà di approvvigionamento degli stessi per gli effetti della guerra in Ucraina e, da ultimo, le gare andate deserte».
Gare che, va ricordato, sono recentemente riprese grazie all’innalzamento degli importi del 30%. Un aumento che incide notevolmente sui costi finali, ma che si è resa necessaria per poter attrarre le aziende disponibili a lavorare assieme a Cepav Due. «Tutti questi fattori esogeni – ha concluso D’Arienzo – hanno avuto un significativo e negativo impatto sul termine di ultimazione contrattuale e sulla fattibilità tecnica della desiderata anticipazione dell’attivazione della tratta ferroviaria e, pertanto, ogni sforzo nella direzione positiva di avere la tratta in esercizio entro dicembre 2025 è stato reso vano. Alla luce di quanto accaduto, purtroppo è ormai chiaro che la Brescia est-Verona non potrà essere attivata in tempo utile per le Olimpiadi Invernali 2026».