CITTADELLA. Forte come la morte è l’amore: si sono tenuti, mano nella mano, per 64 anni e sono morti a tre giorni di distanza giorni di distanza l’uno dall’altra. E così l’addio sarà celebrato insieme, giovedì mattina alle 10, in chiesa a Facca.
Pietro Simioni aveva 90 anni, Gina Anziliero ne aveva compiuti 87. Marito e moglie hanno trascorso l’intera esistenza nella frazione cittadellese, dalla loro unione sono nati i quattro figli – Lorena, Vanna, Alfio e Germana – per poi diventare nonni, con dieci nipoti, e pure tre volte bisnonni. L’ultimo capitolo della storia di Pietro e Gina svela la profondità di un legame, tenuto forte – come racconta la famiglia – «anche dalla capacità di litigare e allo stesso tempo cercarsi, di continuo, perché quando papà usciva dalla cucina, mamma subito lo chiamava, e gli diceva “Dove stai andando?”. Sono sempre stati vicini».
A novembre dello scorso anno le condizioni di salute della donna si sono aggravate: non poteva più alzarsi dal letto. Pietro, ancora in forze, le è stato vicino: «L’ha sempre seguita, con amorevolezza e premura».
Dieci giorni fa le condizioni di Gina si sono aggravate: «Abbiamo dovuto farla ricoverare, ci hanno detto che avrebbe avuto poche ore di vita». In quella casa – piena di ricordi, di sentimenti, di gioie, di fatiche e serenità – Pietro si è sentito improvvisamente solo. Senza la sua metà del cielo. Dopo 24 ore ha cominciato ad avvertire problemi respiratori.
«Abbiamo chiamato l’ambulanza domenica mattina», spiegano i nipoti, «e martedì sera nonno Pietro si è spento. La nonna, invece, è mancata venerdì pomeriggio. Il pensiero che abbiamo fatto è che – in un certo senso – il nonno abbia deciso di anticipare la compagna della sua vita, è andato avanti a vedere che tutto fosse in ordine nell’aldilà, per preparare l’accoglienza». Una storia nata in paese, per le vie del borgo, l’Italia che si rialzava dopo la guerra.
«Il nonno ha fatto il pittore, probabilmente è stato uno dei primi imbianchini di Cittadella, la nonna ha seguito la casa e i figli. Lui si è sempre dato da fare, era bravissimo a preparare la conserva e a tirare la pasta. Aveva la passione delle bocce, si è portato a casa diversi trofei, conquistando titoli soprattutto a livello provinciale. Lei, negli anni Sessanta, cantava nel coro della parrocchia, in chiesa».
C’è un aneddoto che dice molto di Pietro e Gina: «Per mettere su famiglia, prima e dopo il matrimonio, era andato in Canada a lavorare, si è perso la nascita della primogenita. Ad un certo punto Gina gli ha bruciato il passaporto: non voleva che partisse più. Sono stati insieme una vita, non volevano dividersi». La famiglia desidera ringraziare i reparti di Chirurgia e Medicina 2 di Cittadella e gli infermieri che hanno svolto il servizio domiciliare.
