ARTA TERME. È una bella storia quella di Ivan Bercha, il bambino ucraino arrivato in Italia da circa tre mesi. Appena iniziato il conflitto che vede coinvolto il suo Paese, Ivan (8 anni, originario della regione della Transcarpazia, distretto di Tjačiv) è arrivato in Italia accompagnato dalla mamma, su invito di sua zia Olena, già da qualche anno in Carnia, dove gestisce un locale a Terzo di Tolmezzo. Il piccolo vive a Villa Santina, ma frequenta la scuola elementare di Imponzo. Al termine delle lezioni la zia lo andava a prendere per portarlo nel suo locale. E proprio qui ha conosciuto i dirigenti dell’Arta, frequentatori del bar, che hanno subito preso in simpatia Ivan.
Il calcio è diventato subito l’argomento di conversazione vista la grande passione del bambino verso questo sport. E così, quando il presidente del sodalizio rossoblù, Ettore Pittini, lo ha invitato a recarsi al campo di Arta per lui è stato un momento di grande carica emotiva. Sono bastati due allenamenti per guadagnarsi la simpatia e l’affetto di compagni e dirigenti. Il carattere aperto e la voglia di giocare a pallone hanno accelerato il processo di aggregazione che all’età di Ivan è molto meno complicato.
C’era però il problema del tesseramento e in questo caso la Federazione ha mostrato molto buon senso, evitando la burocrazia con una deroga pensata per questo tipo di situazioni: è bastata in pratica l firma della madre e la visita medica per vedere Ivan in maglia rossoblù. Gli occhi pieni di felicità del bambino alla consegna dell’equipaggiamento di gioco (divisa e borsone) sono probabilmente une delle più grandi gratificazioni di tutta la carriera dirigenziale di Pittini. Ivan non salta un allenamento e dimostra, secondo il suo mister Leo Piazza, che lo ha tra i “Pulcini”, di avere buone attitudini a centrocampo. Calcia con entrambi i piedi ed è abbastanza ordinato e ligio alle disposizioni tattiche. Ha voglia di applicarsi ed è sempre attento quando parla il mister, aiutato da una sorprendente capacità di apprendimento della nostra lingua, che cerca di migliorare frequentando assiduamente la scuola d’italiano. Il gruppo lo ha accolto con tanto affetto e i compagni l’hanno preso a ben volere, interessandosi molto alla sua storia.
