La donna racconta l’odissea per compiere un chilometro con una novantina di passeggeri ammassati a bordo e in barba alle regole sulla capienza
MONFALCONE Non è stata una passeggiata di salute, mercoledì, la tratta della 51 tra via Bixio e via Foscolo, un chilometro in linea d’aria. M. S. L., l’autista che ha dovuto gestire una novantina di operai africani saliti tutti a bordo del bus, in barba al fatto che la sua capienza massima si attestasse su circa 50 posti a sedere e una dozzina in piedi, guida i mezzi pubblici da 16 anni, 12 dei quali alle dipendenze della Gtt, a Torino.
Non una novellina, anzi una adeguatamente formata e abituata a contesti più dinamici rispetto a quelli locali («Mi sono fatta le ossa», ammette). «Eppure – spiega – a vedere tutte queste persone arrabbiate, ammassate l’una sopra l’altra e spiegare loro che avrebbero dovuto scendere, per la sicurezza di tutti, visto che siamo ancora in pandemia, è stato difficoltoso. Me ne hanno dette di tutti i colori. E in alcuni momenti ho avuto davvero paura, difatti a un certo punto ho preso i miei beni personali e ho abbandonato la 51, perché avevano valicato pure l’area di guida». Il primo intervento della Volante in via Bixio: gli animi, lì per lì, parevano sedati. La corsa è proseguita.
Poi all’altezza di via Foscolo «ho visto un uomo che teneva fermo l’unico passeggero estraneo alla massa rimasto a bordo e un altro che gli assestava un pugno al capo: è stato lì che ho fermato la 51 davanti al Commissariato e iniziato a suonare il clacson per richiamare gli agenti». Una situazione ingestibile.
Ieri il bis, con i viaggiatori a protestare per i controlli del biglietto (alcuni ne erano sprovvisti). E un nuovo intervento dei carabinieri, a Duino.