PADOVA. «Mi chiedo poi dove sono le strumentazioni più specifiche per recuperare i corpi. Parliamo di vite umane, mandiamo i droni ma dove sono i macchinari per forare il ghiaccio? Se in Italia non li abbiamo chiediamoli alla Norvegia, alla Groenlandia. Mia sorella magari è ancora viva».
Debora Campagnaro, cognata di Davide Miotti e sorella di Erica, entrambi tra i dispersi della tragedia della Marmolada, pone domande e aspetta risposte.
«Perché nessuno ha fatto un avviso sabato visto che c'era l'acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare?», chiede.
Debora Campagnaro manifesta la sua rabbia per un incidente che poteva, dice, essere evitato.
Aspetta notizie sui familiari, partiti domenica mattina da Cittadella, dove vivono con i due figli. «Era una bella giornata di sole, sì, per carità» è la sua riflessione, «ma se sotto scorre l'acqua... Se c'è una responsabilità andremo fino in fondo», aggiunge.
E assicura: «Non ci daremo pace finché non li avranno trovati. Le ricerche devono continuare. Se necessario va chiesto aiuto all’estero, dove hanno a disposizione tecnologie più specifiche»