Denunce zero, o quasi, racconti inverosimili, tanta polemica sui giornali, poca verità nei fatti. Cadono le accuse di molestie da parte degli Alpini, al raduno del 7 maggio scorso a Rimini, visto che la Procura ha chiesto l’archiviazione per il caso delle molestie sessuali denunciate da una ragazza di 25 anni, l’unica a sporgere querela per presunti commenti sessisti e “catcalling”, i fischi di richiamo indirizzati alle donne. Secondo la Procura non ci sarebbero, fanno sapere, elementi per identificare i presunti colpevoli e la testimone oculare della scena sarebbe stata in grado di fornire abbastanza particolari utili all’identificazione degli autori, oltre a quelli procurati dalla giovane. Ora sulla richiesta si pronuncerà il Gip.
“Con grande amarezza dico che invece di generalizzare su un’intera associazione che ha dimostrato in tutti questi anni i suoi valori e i suoi ideali bisognerebbe essere più cauti. Invece, purtroppo, si sparano sentenze senza avere alcuna prova e poi non si ha neanche il coraggio di chiedere scusa” dice all’Adnkronos Sebastiano Favero, presidente degli Alpini, commentando “amareggiato” la decisione della procura di Rimini di chiedere l’archiviazione per le presunte molestie sessuali denunciate in seguito all’Adunata nazionale degli alpini di Rimini avvenuta dal 5 all’8 maggio.
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La ragazza che aveva denunciato era stata appoggiata dal movimento femminista Non una di meno Rimini. che aveva raccontato di oltre 200 segnalazioni simili riguardanti l’adunata di maggio, che aveva portato sulla Riviera oltre 90 mila alpini. Nessuna di quelle segnalazioni si è rivelata però affidabile. Le signore, e la sinistra che era andata all’attacco degli Alpini, Letta compreso, si scuseranno in caso di archiviazione confermata dal Gip?
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